Si è svolto ieri, presso la facoltà di Economia de La Sapienza, l’Open Day per presentare la nuova offerta formativa ai futuri studenti.
Ad accoglierli il vice preside della facoltà, il professor Francesco M. Sanna, che da subito ha rincuorato gli animi spiegando come la matematica non sia il fulcro di un corso di laurea in economia. Almeno non l’unico.
La paura più diffusa tra i neo-studenti di questo percorso di studi è, infatti, quella di sentirsi svantaggiati per non aver frequentato un liceo scientifico o per non aver abbastanza dimestichezza con la materia forse più ostica che esista. Come ha testimoniato il professore, quasi la metà degli studenti universitari nel settore economico ha un debito in matematica, ma questo non deve assolutamente scoraggiare.
Nel passaggio dalla vecchia struttura organizzativa della Facoltà a quella nuova del Dipartimento si è trasferito l’essenziale, le cosìddette “quattro gambe”: economica, aziendale, giuridica e quantitativa. Ognuna di queste aree è caratterizzata da un corso di laurea (triennale e magistrale) che offre una più ampia scelta nell’ambito in cui ci si intende specializzare.
L’evento ha proseguito con una lezione tenuta dal Professor Maurizio Baravelli (Economia e gestione della banca), che ha ripercorso l’excursus del sistema finanziario fino ad arrivare alla realtà delle crisi dei giorni nostri. Premessa e conclusione della lezione si sono unite in unica parola: sviluppo. Il sistema finanziario dovrebbe essere una cooperazione tra sistema monetario (BCE e banche), intermediari non bancari (mobilitazione del risparmio) e mercati finanziari (contatto diretto tra investitori e risparmiatori). Le banche universali, le Multibusiness, hanno incorporato le banche più piccole assorbendo anche i rischi eccessivi, portando così le crisi. Il paragone tra USA ed Europa è inevitabile per sottolineare l’importanza dei mercati finanziari che nel continente europeo non godono di tanta stima.
In Europa, in Italia più che mai, le banche continuano a rappresentare l’anello più forte della catena finanziaria, impedendo così ai mercati finanziari di promuovere l’innovazione e l’accesso anche alle piccole imprese. L’avvento delle crisi è dipeso anche dalla non osservanza dei principi del sistema finanziario, ignorando di conseguenza gli obiettivi di efficienza, stabilità, trasparenza e concorrenza. Tra banche e mercati ci deve essere concorrenza perchè non c’è alcuna crescita senza nuovi investimenti nell’innovazione.
La parola è poi passata al Dottor Pier Luigi Verbo, Senior Partner di KPMG ADVISORY (società di management consulting), la cui formazione è avvenuta proprio tra i banchi delle aule della Facoltà di Economia de La Sapienza. Secondo un’indagine Almalaurea più del 51 % dei laureati magistrali ad un anno dalla laurea ha già un impiego.
Verbo ha testimoniato come ha sfruttato le doti che la facoltà gli ha insegnato a sviluppare, non solo come studente, ma anche come professionista e questo lo ha portato a rappresentare l’Italia per una multinazionale come KPMG.
Il Dottor Verbo ha anche voluto dispensare alcuni consigli alla nuova generazione presente in aula, a prescindere da quale sia la scelta per il futuro accademico: citando la Parabola dei Talenti, ha affermato che non bisogna nascondere il proprio talento, ma occorre svilupparne la capacità produttiva unitamente alle capacità relazionali e manageriali, facendo leva sempre e comunque sui proprio valori.
La facoltà di Economia supporta gli studenti proprio in questo.