Questa mattina 15 Novembre 2022 si è tenuto presso la nostra università “La Sapienza” un importante seminario e dibattito sulla comunicazione pubblica, vero tema centrale dell’intera mattinata.
La comunicazione pubblica è una disciplina giovane per il nostro Paese che fiorisce nell’Italia degli anni 90, ancora scandalizzata dai fatti di “Tangentopoli”, in un contesto culturale molto effervescente fatto di curiosità e sperimentazione. Un periodo di stallo avviene nei primi anni 2000, ma i recenti avvenimenti e il periodo di grande emergenza legato al Covid ha segnato una vera svolta per la disciplina in esame, portando ad una attenta riflessione su quella che può e deve essere la comunicazione istituzionale, tanto che oggi si parla di vera e propria “agenda pubblica”.
La lezione incontro di questa mattina ha visto la presentazione di due volumi in cui emerge una forte richiesta da parte dei cittadini di una maggiore e più chiara informazione, in un quadro in cui il profilo del comunicatore sembra essere poco delineato.
Sebbene l’incontro tra comunicazione pubblica e innovazione digitale resta ancora oggi molto problematico, si giunge ad una solida consapevolezza: nell’abituale scontro tra comunicazione politica e comunicazione pubblica, quest’ultima non è assolutamente riducibile ad una tecnica.
Se la trasparenza risulta essere un elemento chiave per la comunicazione pubblica e la responsabilità è un elemento imprescindibile per ottenere una forte e inattaccabile credibilità, emerge una forte richiesta di flessibilità della burocrazia, un tempo definita “gabbia d’acciaio”, che pecca sempre più di rigidità.
Il primo volume presentato è Percorsi in Comune. La comunicazione nelle municipalità toscane di L. Solito, L. Materassi, S. Pezzoli, C. Sorrentino (Carocci, 2020)
Il titolo del libro presenta un significato polivalente: se da una parte la parola “comune ” è un riferimento al significato etimologico della parola comunicazione, ossia mettere in comune, da un altra tale termine può rimandare al percorso che inizia nel 2014 e che ha riguardato tutto o quasi l’universo dei comuni in Toscana.
Il volume si basa su una grande tradizione di ricerca empirica all’interno di un quadro teorico molto significativo in cui intervengono il cambiamento tecnologico e sociale. Tali processi di innovazione ci impongono un ripensamento del significato di “comunicazione pubblica” ma soprattutto ci invitano a rivalutare la centralità e la necessità di tale disciplina.
Occorre tenere presente che oggi l’individuo trova nell’informazione non solo un elemento di necessità, ma una preziosa risorsa a cui attingere soprattutto tramite i social media, i quali hanno completamente ridefinito le sembianze e i confini della comunicazione pubblica.
Occorre però ricordare che la disciplina pubblica si reinventa nella sua natura dinamica e si apre alle speranze di cambiamento cercando di individuare e definire quali siano gli ostacoli che rendono più complesso il rapporto tra cittadino e istituzioni. Sono passati diversi anni dalla legge 150 e il testo propone come soluzione ai nodi che si vengono a creare nella micro sfera della comunicazione pubblica sicuramente l’esperienza.
Tuttavia le esperienze dei comunicatori hanno spesso portato molto a vistosi cambiamenti senza lasciare spazio alla riflessione ed è proprio in questa prospettiva che il volume si presenta come un’occasione di ricerca ma anche di ascolto per investigare i percorsi professionali e biografici dei comunicatori toscani, ponendo una particolare attenzione alle loro scelte e al significato che esse rivestono.
L’avvento dei social media si è configurata essere una vera onda ( “social wave”) . Ci sono enti più maturi in cui l’onda social ha trovato veri argini come figure professionali capaci di far fronte al vento di novità , altri invece sono stati travolti.
Emerge dunque la necessità non di aggiungere una quantità di informazione ad una ridondanza già presente, ma di costruire veri e propri informatori.
L’altro volume presentato è Comunicazione pubblica. Istituzioni, pratiche, piattaforme di A. Lovari, G. Ducci ( Mondadori Università, 2022)
Con questo libro invece si fa il punto sul dibattito partito negli anni 90, cercando di snodare la complessità attuale inerente alla convivenza con il digitale. e di ricostruire un lungo percorso di visione dei modelli che oggi compongono la comunicazione pubblica.
Scrivere tale volume per i nostri autori è stata una vera e propria sfida durata ben due anni in cui hanno cercato di trovare una spiegazione asaustiva alla domanda : ” Che cos’è la comunicazione?”
Sicuramente l’impatto delle innovazioni e dei social media hanno modificato il modo di fare comunicazione per le amministrazioni e per le ricerche configurandosi in un primo momento come una soluzione alle criticità della comunicazione pubblica ormai schiacciata dalla comunicazione politica e dai budget ormai molto ristretti.
Tuttavia occorre fare attenzione perchè le piattaforme possono essere un elemento di vulnerabilità quando gli utilizzatori non risultano essere adeguati al compito da svolgere.
Preferendo parlare di comunicazione pubblica e istituzionale, gli autori si soffermando su quanto l’emergenza Covid abbia comportato non solo alcuni errori nella sfera della disciplina pubblica ma anche e soprattutto nella sfera della comunicazione normativa, non risultando efficace in precisi momenti al quanto cruciali.
La grande verità di fondo è che le amministrazioni hanno sempre più bisogno di coinvolgere i cittadini nei processi decisionali e proprio per questo si propone un nuovo modello che conserva tutto ciò che è stato scritto nel volume, delineando sei fasi della comunicazione pubblica
Tra tali fasi si annovera quella dei turbamenti sociali, in cui viene fatto riferimento a diversi aspetti tra cui le fake news e la comunicazione di emergenza, tenendo sempre ben presente che un ulteriore problema della nostra società è l’inabilità di alcuni cittadini alla comunicazione pubblica tramite digitale.