La Sapienza ospita l’economista Pier Carlo Padoan in occasione di uno degli incontri del ciclo “La Facoltà incontra i protagonisti” organizzato dal Prof. Michel Martone, Delegato del Preside per i Rapporti Istituzionali della Facoltà di Economia.
In realtà quello dell’attuale Presidente dell’Unicredit è un ritorno nella nostra Università: l’economista infatti è stato dapprima studente e poi Docente di Economia e torna ora per trattare un tema importante come la condizione del settore bancario durante i mesi di Pandemia.
Il Webinar si apre con un confronto tra la crisi finanziaria di dieci anni fa e l’attuale crisi Pandemica. La differenza appare da subito evidente: mentre la prima ha colpito la capacità di domanda, la seconda può essere definita come una crisi da offerta.
La crisi finanziaria ha poi bisogno di una risposta dalle istituzioni al fine di essere risolta, e proprio per questo, l’Europa la fronteggia introducendone di nuove. È questo il punto di forza dell’UE, che al contempo nasconde però anche un limite: la capacità di risposta risulta limitata.
La crisi Pandemica, invece, può essere presa come un’opportunità per il mercato economico e uno dei motivi è l’aumento dei depositi bancari. Inoltre questa situazione ha portato ad un incremento dei cambiamenti economici e sociali, e sicuramente sarà impossibile tornare al punto di partenza.
Stiamo assistendo ad un cambiamento epocale, ci troviamo all’inizio della costruzione di un nuovo bilancio europeo, complici l’espansione del debito e del deficit, ma soprattutto la sospensione del patto di stabilità. Questo mette l’Europa di fronte ad una scelta strategica: questa risposta è provvisoria e occasionale o corrisponde all’inizio di una nuova struttura istituzionale economica europea?
Si innesca così l’aspetto di economia reale, non solo di finanza, e l’unica cosa certa è che il dibattito è appena iniziato.
All’interno dell’incontro il focus si è successivamente spostato sulla situazione economica del nostro Paese, che secondo il Prof. Padoan deve essere intesa come in una condizione di irripetibilità. La crisi Pandemica ha portato all’Italia tante risorse, tanto consenso politico e tanta autorevolezza nel Governo. Gli elementi che mancano sono però la capacità di implementazione e quella progettuale. Il nostro Paese si trova dunque dinanzi ad una sfida che se persa potrebbe andare a danneggiare il livello di credibilità acquistato in questi mesi.
Per quanto riguarda il sistema bancario europeo invece, questo si presenta meglio che in passato, caratterizzato da aspetti positivi quali la crescita del capitale, il landing e la diminuzione delle sofferenze. La congiuntura è migliorata e i profitti sono aumentati: dal punto di vista istituzionale il sistema europeo è più solido. La tendenza del debito dei vari Paesi Europei verso il bilancio della Banca Centrale Europea e non verso quello dei risparmiatori delle banche private rappresenta però il lato negativo della situazione.
Il dibattito dell’incontro si sposta poi sulle modalità attraverso le quali i cambiamenti attuali si sono manifestati all’interno delle imprese bancarie. La pressione trasformatrice colpisce le banche in modo molto esteso e le mette in condizione di rielaborare il proprio lavoro sotto tutti gli aspetti e in particolare quelli riguardanti la sostenibilità ambientale e la trasformazione digitale. In altre parole, le banche in questo momento si trovano coinvolte in un cambiamento rapidissimo dalle dimensioni più che consistenti e devono essere in grado di affrontarlo.
Prima del termine del Webinar, l’economista ha consigliato agli studenti la giusta maniera di convivere con le crisi e con il mercato che li attende: il punto di partenza è sicuramente l’apprendimento, che deve essere preso seriamente sia dai ragazzi, sia dagli insegnanti, i quali devono impegnarsi ad insegnare ciò che è veramente utile per il futuro. Altro elemento fondamentale è poi il concetto di “imparare ad apprendere”, ovvero il sapersi regolare di fronte alle novità proposte. In questo contesto, la mano pubblica deve farsi parte della produzione di conoscenza nuova, producendo anche strumenti di gestione dei momenti di crisi. L’ex Ministro dell’Economia tiene quindi a trasmettere ai futuri economisti che conoscere è la prima arma per ottenere risultati dalla propria vita professionale.
Il Dott. Padoan dedica infine l’ultima parte del suo intervento alle domande dei ragazzi che in numerosi hanno assistito al dibattito. Si conclude quindi con successo uno degli incontri del ciclo della Facoltà di Economia, che ha ospitato uno dei più prestigiosi economisti italiani e che spera di continuare la conversazione in un secondo incontro futuro, magari in presenza.