Martedi 11 gennaio si è tenuto l’incontro con Luisa Valente, dottoressa in Storia della filosofia medievale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università della Sapienza. La lezione è stata incentrata su Coniugati, reggitori e contemplativi: i tre generi di uomini e la città ideale secondo Pietro Abelardo. L’incontro si è inserito nelle attività del Seminario permanente di Storia della filosofia del Dottorato in Filosofia, quest’anno dedicato al tema Teologia politica e democrazia moderna.
Le parole chiave della conferenza sono state: teologia, politica, democrazia, moderna. Luisa Valente ha parlato della complementarietà della filosofia e della teologia, per spiegare l’articolazione dei tre generi di uomini e il concetto di città ideale.
In un primo tempo ha raccontato le origini di questi tre generi di uomini. Agostino, filosofo e teologo romano del IV-Ve secolo, ha sottolineato tre generi di uomini. Quelli che esercitano il ministero nella chiesa (il campo), quelli che nel popolo sono governati (il mulino) e quelli che scelgono l’otium (tempo libero) e la quiete (il letto). Agli stessi tre generi di quanti vengono presi ritengo che si riferiscano anche quei tre nomi di uomini santi dati dal profeta Ezechiele. Ossia Noè, Daniele e Giobbe. Noè si riferisca a coloro che governano la Chiesa (ministri, il campo). Daniele, celibe e pensando esclusivamente alle cose di Dio, si riferisca a coloro che vivono nel riposo della Chiesa (chiesa, il letto). Giobbe, sposato, lavora, fa parte della vita attiva, si riferisca a coloro che sono destinati alla macina (popolo, il mulino).
Luisa Valente ha sottolineato poi il legame tra i filosofi di quel tempo e l’influenza che Platone può aver avuto su Agostino, per esempio. Esiste una reale influenza dei filosofi dell’antichità.
Poi Gregorio, Papa della Chiesa durante il VI secolo, ha teorizzato queste tre tipologie in tre ordini che compongono la chiesa: coniugati (Giobbe), reggitori (Noè) e contemplativi (Daniele).
Per Pietro Abelardo, teologo francese, nella città dei filosofi esiste questa triade (coniugati, reggitori e contemplativi). Ma il teologo ha notato una bipolarità nella città: una vita attiva e una vita contemplativa. La vita attiva appartiene ai reggitori. La vita contemplativa appartiene ai filosofanti (i monaci cenobiti) e ai filosofi (i monaci anacoreti).
Luisa Valente ha anche raccontato che Pietro Abelardo pensava una città ideale come giusta e felice. Dove c’è una perfetta uguaglianza. Il concetto di città ideale è un concetto urbanistico che tende alla perfezione dell’architettura e dell’uomo. Ispira a costruire e a far vivere in armonia un’organizzazione sociale singolare basata su certi principi morali e politici. Proprio questo principio di equità ha di mira quella definizione delle città della quale parla Macrobio, filosofo del IV-V secolo. Ci sono quattro virtù ossia nelle virtù politiche, nelle purificatrici, in quelle dell’animo purificato e deterso e in quelle esemplari.
Alla fine della conferenza, Luisa Valente ha detto che la filosofia è vissuta, e che non è solo teorica.