Nella giornata odierna, 30 maggio 2023, dalle 15 alle 17, si è svolto un seminario nell’aula A di Studi storico-religiosi del Dipartimento Saras: un dialogo tra Stefania Barca (Universidade de Santiago de Compostela, online) ed Elena Gagliasso (Sapienza Università di Roma) riguardo alla nuova edizione italiana di “La Morte della Natura. Donne, Ecologia e Rivoluzione Scientifica” di Carolyn Merchant. Questo testo è considerato un classico della storia della scienza, della storia ambientale e dell’ecofemminismo.
L’incontro è stato moderato da Claudia Marsulli, dottoranda in Scienze del testo alla “Sapienza Università di Roma”. L’evento, promosso dal coordinamento del Dottorato Sar, è stato organizzato da un gruppo di dottorande e dottorandi del XXXVII e XXXVIII ciclo. Durante il seminario, si sono affrontati il tema dell’Antropocene, la cura dell’ambiente e gli ecosistemi globali tra crisi, instabilità ed eredità scomode
Claudia Marsulli, dottoranda in Scienze del testo, svolge un progetto di ricerca ecocritica sulle scrittrici moderne, focalizzandosi sulle scritture femminili. L’approccio femminista offre uno sguardo nuovo su oggetti di studio già analizzati, come le scritture delle subalterne dell’età moderna e le mistiche del XVI e XVII secolo. L’ecocritica si collega anche alla contemporaneità e presenta due anime: una che si concentra sull’età moderna e una che abbraccia la contemporaneità.
Il libro di Carolyn Merchant, “La Morte della Natura”, fulcro del seminario odierno, è stato pubblicato nel 1980 e tradotto in numerose lingue; inoltre è stato recentemente ripubblicato in una nuova edizione accessibile con una prospettiva ecologista e femminista: esplora il rapporto funzionale tra l’uomo e l’ambiente attraverso due modelli concettuali: il modello meccanicistico e l’immagine della natura come donna.
Il libro di Merchant si inserisce in un periodo in cui la storia della scienza, delle idee, della politica e del femminismo erano nettamente separati. L’autrice evidenzia l’espulsione delle donne e il dominio della natura come donna, mostrando come la concezione della natura si trasformi in una risorsa. Questa connessione tra l’espulsione delle donne e il dominio della natura rappresenta una delle tematiche centrali del libro. “La Morte della Natura” è uno dei testi fondamentali dell’ecofemminismo, che collega la crisi ecologica al patriarcato, al capitalismo e al colonialismo. Questo libro, considerato rivoluzionario, ha affrontato grandi resistenze ma ha contribuito a sviluppare un dibattito più ampio.
Il concetto di “Terra come madre” e di natura generativa vengono spesso trascurati dalla società odierna. Alcune filosofe femministe hanno adottato un approccio vitalistico che considera la natura come un organismo vivo. Questi aspetti, apparentemente contraddittori sono importanti per affrontare la grave crisi ecologica attuale.
La professoressa Barca, nell’intervento successivo, ha indirizzato il suo discorso verso il tema del sessismo strutturale nel campo scientifico. La docente ha detto che il libro ha contribuito ad aprirle gli occhi su tale questione. “La Morte della Natura” è importante perché consente di comprendere alcuni aspetti anche per chi non si occupa di scienze. Nel 2005, l’anniversario della sua pubblicazione è stato celebrato come un momento di svolta e ha segnato un approccio metodologico femminista e marxista allo studio della scienza, combinando l’analisi materialista dei cambiamenti storici e sociali con una prospettiva ecologica.
Merchant propone un modello interpretativo che considera tre sfere interagenti: produzione, riproduzione e coscienza. Questo modello si basa sull’approccio marxista e riconosce le spinte materiali che influenzano queste sfere, come la crescita demografica e le dinamiche economiche e di produzione. Inoltre, sottolinea l’importanza della conoscenza e della coscienza nel rapporto tra il genere umano e l’ambiente.
La teoria delle rivoluzioni ecologiche di Merchant sostiene che queste tre sfere sono in costante movimento e occasionalmente si verificano rivoluzioni che portano a un riposizionamento delle stesse. La colonizzazione dell’America settentrionale da parte degli europei è considerata la prima rivoluzione ecologica, che ha avuto un impatto significativo sull’ecologia e ha contribuito a formare il mondo moderno del New England.
Alla fine del seminario si è poi tenuto un confronto che vedeva da una parte le professoresse Barca e Gagliasso, dall’altra parte alcuni studenti che hanno espresso la loro opinione riguardo quello che erano i loro prnsieri e ragionamenti in base al tema studiato negli anni di studio. In particolare è stato affermato dalla dottoranda Marsulli che “con certo ritardo si sia cominciato a parlare di una visione ecologista collegata alla cristica letteraria e se è vero che un approccio meccanicistico non è da ricondurre a un certo periodo storico ma è sempre stato sovrapposto con altri approcci”. Inoltre, alla fine dell’incontro è stata fatta una domanda relativa alla relazione di tipo meccanicistica. La professoressa Barca ha gentilmente chiarito il punto: “credo che capire e studiare il clima è un elemento fortissimo di indeterminatezza dei fenomeni perciò da un certo numero di cause possono scatirire conseguenze diverse, la conseguenza non è meccanica, come dall’altra parte l’evoluzione, credo che quello che c’è di rilevante dal punto di vista degli ulti mi decenni è questo peso rilevante delle scienze dell’atmosfera che in particolare hanno dovuto affrontare non solo politicaa far accertare certe verità ma anche riuscire ad affermarsi contro le difficoltà del non funzionare in maniera meccanicistica”.