Nell’era in cui anche il pollo ha sua una giornata mondiale (17 gennaio), anche il web pretende la sua rivincita.
Il 4 maggio, infatti, è stata la World Password Day per sensibilizzare gli utenti sull’importanza della scelta di password efficaci.
Ad aprire le celebrazioni è stata la McAfee, nota azienda di sicurezza informatica, che ha commissionato al MSI International un sondaggio online a livello globale coinvolgendo Australia, Francia, Germania, Giappone, India, Uk, e USA e svoltosi tra marzo e aprile 2017, su un campione di 3 mila persone.
I risultati dello studio dimostrano come la creazione e conservazone della password generi un alto livello di stress: il 26% sarebbe è disposto a rinunciare ai trattamenti di benessere pur di non dover mai più ricordare una password, mentre solo il 10 % è disposto a rinunciare al proprio cibo preferito.
Il 34 % è solito utilizzare la stessa password per più account; il 37 % ha dichiarato di aver trascritto le proprie password su un documento ritenuto al sicuro e in questo caso sono gli uomini quelli più attenti alla protezione, rappresentando il 25 % a fronte del 57 % femminile.
Esistono anche i casi più estremi; il 60 % degli abitanti di aree urbane possiede tra uno e quattro dispositivi connessi non protetti, rispetto al 44 % degli abitanti di zone rurali.
Il 46 % è preoccupato per l’efficacia della stessa password, mentre il 34 % preferisce password facili da ricordare. Nei casi in cui la password venga dimenticata, ci sono due tipologie di comportamento: il 18 % tenta varie combinazioni fino al blocco dell’account, mentre il 54 % abbandona il sito senza raggiungere lo scopo.
Il dato più preoccupante è quello del 59 %, formato da coloro che condividerebbero la propria password senza alcun problema: i giovani tra 18 e i 24 anni rappresentano la fetta più grossa, affermando di non trovarci nulla di sbagliato.
Una soluzione a tutto questo è stata, forse, creata da tre giovani studenti italiani: Mattia Borgna, Andrea Domenico Mourglia e Filippo Pairotti. I tre ragazzi hanno infatti creato Cardiold, la tecnologia che trasforma il battito cardiaco in una chiave d’accesso online, per riconoscere l’identità delle persone e proteggerne i dati sensibili.
Il sistema si basa sull’analisi dell’elettrocardiogramma, che attraverso degli elettrodi posti sui polsi, digitalizza tramite Bluetooth i dati ottenuti verso lo smartphone o il tablet.
La nuova tecnologia è stata già testata su sette soggetti con ottimi risultati.
Cardiold ha superato la selezione nazionale del concorso per giovani inventori Eucys promosso dalla Commissione dell’Unione Europea e a fine settembre parteciperà alla finale in Estonia.
Alessandro Ledda