La ricchezza interdisciplinare della comunità scientifica Sapienza con il contributo di WeComSport, il laboratorio di comunicazione sportiva del Coris, ha dato luogo alla Seconda edizione del Festival della Comunicazione Sportiva dedicata al tema “Comunicare sport e stili di vita sostenibili”, un fil rouge che è stato capace di diradarsi, dal 19 al 21 settembre 2019, presso tre importanti sedi dell’Università: Il Centro Congressi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale; l’Aula Magna in Città Universitaria; Sapienza Sport, ubicata all’interno degli impianti sportivi di Tor di Quinto.
La Sapienza è in prima fila per il sostegno, la presa di consapevolezza e l’adozione di stili di vita sostenibili da oltre un decennio, svolgendo il ruolo di promozione e stimolo della comunità a diversi livelli e in diversi modi. L’aggancio con lo sport, tuttavia, mancava in questa grande visione. Questo convegno colma la lacuna con l’intento di valorizzare e divulgare progetti sportivi e di mobilità dolce dell’Ateneo, il tutto in occasione dell’European mobility week, la settimana europea dedicata a vivere giornate senza auto in cui riappropriarsi, tra gli altri, della fisicità del movimento.
Le tre giornate del Festival sono state caratterizzate da intensi e sapienti dibattiti, confronti con enti, istituzioni e mondo produttivo, ma anche e soprattutto, eventi collaterali (denominati Piano di CFU, Circolazione Fisica Urbana), in cui sono state offerte ai partecipanti occasioni di sperimentazione e condivisione di pratiche e attività sostenibili in chiave ludico-didattica tramite un mini torneo Sapienza, ma anche mostre e stand espositivi.
Nella mattina del 19 Settembre molti rinomati ospiti hanno alternato la propria voce sul tema da l’indiscutibile interesse:
- Roberto Tavani Regione Lazio – Advisor per lo sport;
- Daniele Frongia – Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Roma Capitale;
- Antonio D’Andrea, Preside Facoltà di Ingegneria civile e industriale e Delegato del Rettore alla Gestione tecnica e dei dati per la didattica;
- Antonella Polimeni, Preside Facoltà di Medicina e odontoiatria;
- Anna Maria Giovenale, Preside Facoltà di Architettura;
- Fabrizio D’Ascenzo, Preside della Facoltà di Economia e Delegato del Rettore per i rapporti con le imprese e il mondo del lavoro;
- Antonio Lodise, Rappresentante Studenti Consiglio di Amministrazione Sapienza;
- Maurizio Barbieri, Direttore di SapienzaSport e Delegato del Rettore per le attività sportive;
- Tito Marci, Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione, Sapienza Università di Roma;
- Bruno Mazzara, Direttore Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, Sapienza Università di Roma;
- Barbara Mazza, Responsabile scientifico WeComSport, Sapienza Università di Roma.
Nella seconda parte della mattinata, invece, grazie alla sapiente moderazione del professor Sergio Cherubini dell’Università di Tor Vergata, il tema della sostenibilità economica nel mondo sportivo è stato affrontato da importanti relatori come:
- Niccolò Donna, FIGC, Il profilo economico, finanziario e strategico del settore calcio: confronto internazionale;
- Vincenzo Parrinello, Fiamme Gialle, Il nuovo modello organizzativo del Gruppo Sportivo Militare;
- Marcel Vulpis, Sporteconomy, Alla ricerca di nuove vie di sviluppo per il business del calcio in Italia;
- Roberto Ruggieri, Facoltà di Economia, Sapienza, La sostenibilità nella gestione delle imprese sportive: stato dell’arte e prospettive;
- Fabio Martelli, FIDAL LAZIO, Case History della XXV ACEA Maratona Internazionale di Roma;
- Andrea Montemurro, Calcio A5, Calcio a 5: rivoluzione mediatica e sostenibilità economica;
- Luca Beghetto, Microcredito italiano, Nuova linfa alle neo imprese: il Microcredito;
- Giorgio Sandulli, Facoltà di Giurisprudenza, Sapienza, Quali responsabilità per chi gestisce lo sport? Dall’equilibrio di bilancio delle SS Calcio alle deroghe fiscali per gli Enti dilettantistici, passando per la “natura” delle risorse federali;
- Luca Proietti, Alessandro Moretti, Paola Campana, Facoltà di Economica, Sapienza, Dalla complessità alla sostenibilità: la realizzazione di nuovi stadi di calcio professionistico, una sfida per i modelli di business e per i contesti urbani d’insediamento.
I concetti di sostenibilità e sviluppo sono stati al centro di numerose riflessioni. Sviluppo sostenibile è una definizione coniata nel “rapporto Brundtland” nel 1987, dalla Commissione mondiale su l’ambiente e lo sviluppo. La sostenibilità viene intesa come:
“Capacità dell’umanità di rispondere alle esigenze del presente senza pregiudicare la capacità delle future generazioni di rispondere alle loro necessità”.
Il concetto di Sostenibilità ruota attorno a tre componenti principali:
- Sostenibilità Economica, intesa come capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione;
- Sostenibilità Ambientale, intesa come capacità di mantenere la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali;
- Sostenibilità Sociale, intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia) equamente distribuite per classi e genere.
E’ opportuno anche sottolineare che lo sviluppo è sostenibile solo quando si soddisfano le esigenze economiche, ambientali e sociali in quanto si tratta di componenti interdipendenti. Negli altri casi si parla di sviluppo: realizzabile, quando lo sviluppo economico è compatibile con le capacità dell’ambiente; vivibile, quando sono rispettate le esigenze sociali e l’integrità ambientale; equo, quando lo sviluppo coinvolge equamente tutte le classi sociali.
Le dimensioni dello sviluppo sostenibile (definite “pilastri”), gerarchicamente uguali e tra loro interagenti, sono tre: People, Planet e Profit. Al venir meno di una delle tre “sostenibilità”, anche le altre sono a rischio.
Secondo un comunicato ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale, è proprio lo sport che aiuta a raggiungere ben 11 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals o, in forma abbreviata, SDG, anche conosciuti in breve come Agenda 2030) concordati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Concludo con il saluto inviato dal Presidente del CONI, Giovanni Malagò, per cercare di colmare la sua assenza a l’incontro, il quale pur nella sua semplicità coglie appieno la questione e le speranze future ad essa sottese:
“Comunicare sport e stili di vita sostenibili per un mondo migliore. Un claim inequivocabile, quello scelto per la seconda edizione del “Festival della Comunicazione Sportiva”, una sfida da raccogliere per garantire quel futuro possibile alle nostre nuove generazioni.
Lo sport è uno strumento di coesione, che Nelson Mandela, con frase indimenticabile ne illuminò le virtù: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Ha il potere di suscitare emozioni. Ha il potere di unire le persone come poche altre cose al mondo. Parla ai giovani in un linguaggio che capiscono. Lo sport può creare speranza, dove prima c’era solo disperazione. E’ più potente di qualunque governo nel rompere le barriere razziali. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione”.
I valori dello sport e la sostenibilità dei progetti ad essi collegati non possono prescindere dal rapporto tra operatori del settore, imprese ed università.
Un paese che non fa sistema, privo di una rete di interscambio culturale che non si avvale di una divulgazione scientifica su tematiche fondamentali, rischia di danneggiare le proprie eccellenze, di isolarsi, e al contempo, di porre dei limiti al benessere dei propri cittadini. Lo straordinario gioco di squadra che ci ha visti protagonisti nel conquistare l’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paraolimpici di Milano Cortina 2026 dovrà servire da monito per le prossime sfide.
Un plauso al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università La Sapienza per l’impegno profuso nella valorizzazione e promozione di nuove progettualità per lo sport attraverso la divulgazione scientifica.
Un ringraziamento, quindi, al Magnifico Rettore, Prof. Eugenio Gaudio, per aver avviato questo percorso d’interconnessone tra il nostro mondo e quello universitario.Progettare e innovare, in nome del bene comune, è la grande sfida che ci attende.”