Giovedì 21 giugno, presso il Dipartimento di Chimica e tecnologie, ha preso il via il VI workshop ‘Applicazioni della Risonanza Magnetica nella Scienza degli Alimenti’, in ricordo della chimica italiana Anna Laura Segre. L’incontro della mattinata, che ha visto la partecipazione di molti esperti, è stato utile per presentare le attività del GIDRM (Gruppo Italiano Discussione Risonanze Magnetiche), che si propone di contribuire allo sviluppo, al coordinamento e alla diffusione di attività didattiche e di ricerca riguardanti tutti i settori delle risonanze magnetiche. Ad aprire il dibattito è stato Carlo Della Rocca, preside della Facoltà di Farmacia e Medicina, che durante i suoi saluti ha voluto parlare dell’importanza di dare il via libera alle nuove generazioni ricordando le grandi menti del passato. Spazio poi alle parole di Bruno Botta, direttore del Dipartimento CTF, e Giovanna Mancini, direttore dell’Istituto di Metodologie Chimiche, che nel loro discorso hanno voluto ricordare la figura importante di Anna Laura Segre.
L’apertura dei lavori è toccata poi a Francesco Capozzi(Università Bologna), che si è voluto soffermare su concetti di ‘paramagnetismo’, ‘visione metabonomica’, per poi mostrare un grafico sugli effetti della digestione su un alimento. Non meno importante l’intervento di Francesco Fanizzi (Università del Salento) che, dopo aver messo in evidenza il problema dell’assenza di una normativa circa l’origine geografica dell’olio italiano, ha mostrato al pubblico presente le distribuzioni della cultivar nella regione Puglia e Toscana. Dopo il breve intervento di Nicola Funicello (Università degli studi di Salerno), bravo nell’illustrare le attività di ricerca svolte negli ultimi anni come il processo di essiccazione della zucca e quella cultivar, è salito in cattedra Archimede Rotondo (Università di Messina), che ha approfondito i concetti di ‘chimica organica’ e ‘ polifenoli’. Sono state proprio queste ultime sostanze al centro del discorso di Maria Carmela Emanuele e Stefano Checcarelli (Costa d’Oro Spa) che, dopo alcuni cenni sulla struttura morfologica dell’oliva, sono passati a descrivere il processo di filtrazione dell’olio. In particolare Maria Carmela Emanuele, si è soffermata sull’olio non filtrato, elencando tutti i vantaggi della ‘specialità’ di Costa d’Oro, tra cui proprio quella di contenere un numero di polifenoli superiore a tutti gli altri.
Andrea Celesti