La Sirène è un film d’animazione diretto dalla regista iraniana Sepideh Farsi, presentato al Festival del Cinema di Berlino e nella sezione Atlante del MedFilm Festival 2023.
La Sirène: l’inutilità della guerra vista dai civili
La guerra tra Iran e Iraq è durata dal 1980 al 1988, costando la vita di 1,5milioni di vite civili e senza portare a nessun cambio di confine territoriale. La Sirène, che mette il giovane Omid (che significa speranza) al centro di un cast corale di personaggi della cittadina di Abadan, nel sud ovest del Golfo Persico al confine con l’Iraq, racconta la storia di una città sotto assedio e dei suoi abitanti: la diva Elahala, l’ingegnere gattaro che guarda soddisfatto la raffineria più grande del mondo dalla finestra mentre viene bombardata, il fotografo “El Greco”, una coppia di preti armeni impossibilitati a muoversi senza vergine Maria e vari altri personaggi, protagonisti di un microcosmo cittadino che da un giorno all’altro vede la propria quotidianità totalmente sconvolta. È un ragazzino Omid nelle prime scene, e nel corso del film vedendo in prima persona la guerra sembra crescere a vista d’occhio, perdendo la sua ingenuità e sacrificando la sua infanzia, in un luogo e in un tempo dove non è più possibile essere bambini.
Con uno stile d’animazione semplice ma che non si risparmia esplosioni, morte, violenza e sangue, La Sirène è un viaggio in un crudele e terribile teatro di guerra dal punto di vista dei cittadini, che per quanto possa sembrare strano è un punto di vista spesso dimenticato dal cinema di guerra classico. Sopravvivenza, adattamento, violenza, e tutto senza una reale motivazione, il film non entra nelle cause politiche della guerra proprio per esaltare ancora di più quel senso di totale estraneità dei civili dal conflitto in cui stanno perdendo la vita, rendendo i protagonisti comparse di una storia più grande in cui non hanno nessun ruolo, se non quello di essere carne da macello, in una ricerca di senso che porterà Omid prima dal volersi arruolare in ogni modo, per poi scoprire la dura realtà del mondo.
Sebbene lo stile di animazione inizialmente può sembrare un po’ troppo abbozzato, una volta dentro la narrazione il film vanta un grande capacità di unire momenti onirici e spirituali a momenti crudi, violenti e realistici, attraverso una sceneggiatura ben scritta e che porta lo spettatore ad affezionarsi presto ai vari personaggi e alle loro piccole manie. Il tutto è poi accompagnato dalla bellissima colonna sonora del trombettista francese Erik Truffaz in collaborazione con un maestro di musica bandari. Bandari, come ha spiegato Bianca Maria Filippini di Ponte33 prima della proiezione del 10 Novembre 2023 al MedFilm Festival, significa “porto” ed è una cultura con origini antiche in cui influenze africane e mediorientali si sposano. La musica, in particolare, ha quindi una funzione rituale e terapeutica, che nel film ha un ruolo importante ed evidente.
La Sirène è un film che offre uno sguardo affascinante e nuovo su un momento storico poco conosciuto e ricordato in occidente, ma che diventa emblema di qualcosa di più grande e di più importante, raccontando l’inutilità e la brutalità della guerra dagli occhi degli innocenti, in un viaggio di speranza che racconta molto anche di ciò che era l’Iran e di cosa è diventato dopo la rivoluzione islamica del 1979.