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In Sapienza, portata avanti la ricerca sulla sostenibilità ambientale e l’integrazione delle scienze

Evento sulla sostenibilità

In data 5 giugno 2024 si è tenuto, presso l’Edificio di Biologia Ambientale di Piazzale Aldo Moro, il convegno Scienze a sistema per la sostenibilità: la ricerca al Dipartimento di Biologia ambientale. Dopo i saluti della Magnifica Rettrice Antonella Polimeni, della Protettrice alla Ricerca Maria Sabrina Sarto e del Preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali Riccardo Faccini, a prendere la parola è stata Laura Sadori, Direttrice del Dipartimento di Biologia Ambientale.

La Direttrice Sadori ha subito specificato che il convegno si sarebbe svolto durante la Giornata mondiale per l’ambiente, oltretutto in un anno speciale. Si tratta del primo anno della International Decade of Sciences for sustainable development, proclamata recentemente dall’International Science Council.

Ecco che tale giornata si configura come un’effettiva opportunità per far conoscere, esplorare e discutere le svariate sfaccettature della ricerca riguardo la sostenibilità ambientale portata avanti dal Dipartimento di Biologia ambientale, ponendo in risalto l’integrazione delle scienze e le sfide presenti e future per la tutela dell’ambiente. Sadori ha inoltre spiegato che tale Dipartimento è costituito da persone che vi lavorano in estrema simbiosi e sinergia, agendo sempre in nome di quella che risulta essere la sua connotazione specifica e distintiva nel panorama nazionale e internazionale, ovvero l’interdisciplinarietà. Quest’ultimo elemento implica, a differenza della multidisciplinarietà, un’interazione coordinata tra i vari settori, tentando di generare una visione globale anziché particolaristica. In particolare la ricerca in tal caso si incentra sull’ampliare la conoscenza del patrimonio ambientale e culturale e quello agroalimentare, rendendo il Dipartimento in questione il punto di riferimento per le scienze agrarie, la chimica dell’ambiente e i beni culturali dell’intera Sapienza.

In seguito, la direttrice Sadori ha affermato che vi è un impegno anche nella realizzazione di progetti di eccellenza e in altre ricerche al livello nazionale, europeo ed extraeuropeo, proseguendo nel frattempo nell’espletamento di molte ricerche Pnrr, le quali hanno dato nuova linfa vitale al Dipartimento stesso, in quanto hanno reso possibile un ampio ricambio generazionale, coinvolgendo l’intero ambito in una struttura, due centri nazionali e tre partenariati estesi. Inoltre, è ulteriormente occupato in svariati progetti implicanti la didattica, la formazione docenti e l’innovazione e trasferimento tecnologico della sostenibilità ambientale, tematica cruciale al giorno d’oggi. È anche molto attivo il dottorato di ricerca in biologia ambientale ed evoluzionistica e sta prendendo piede l’emergente dottorato di biologia dei sistemi ecologici.

Un Dipartimento come questo ha anche un’importante implicazione nella terza missione, che vede appunto l’elemento innovativo e tecnologico e la quale è anche outreach, in quanto vi sono tre musei che svolgono un’azione di divulgazione al livello cittadino: il Museo dell’orto botanico, il Museo Erbario e il Museo di Antropologia. Inoltre svolge un ruolo anche nella quarta missione, quella concernente la parità di genere e l’equilibrio in tutti i ruoli di docenza, in quanto in tale Dipartimento i docenti, tecnici e impiegati sono estremante livellati per quanto riguarda il genere; nelle assunzioni è stato infatti dato spazio a coloro che possedevano il valore maggiore e meritavano davvero di proseguire nell’ambito, a prescindere dal sesso.

L’intervento successivo è stato tenuto da Daniele Porretta, Professore di Ecologia alla Sapienza, il quale ha trattato del saggio comunicativo di Rachel Carson, del 1962, saggio con cui la studiosa trova nella letteratura scientifica le evidenze del fallimento di un approccio, mette in discussione elementi che prima era impensabile porre in dubbio, come l’inefficacia di composti quali il DDT, l’uso dei pesticidi e in generale l’approccio scientifico all’ambiente. Due grandi eredità della Carson consistono nell’aver condotto un passaggio dal focus sull’individuo a un aspetto più generale, quindi uno studio più che altro psicologico, e poi nell’aver introdotto un grande soggetto nel favorimento della diffusione della conoscenza scientifica, ovvero l’industria, la quale ha agevolato la diffusione degli elementi teorici. Dunque da tutti questi elementi comprendiamo come la conoscenza scientifica emerga in discipline differenti, ognuna con il proprio peculiare background e dall’intersezione tra esse deriva l’innovazione.

Ha poi preso la parola Massimo Reverberi, il quale ha affermato che è necessario seguire uno schema specifico, insito nella triade misura-analisi-gestione, il quale prevede, dunque, di prendere delle misure, analizzare dei dati e impostare la questione nell’ottica della gestione del cambiamento ambientale. In tal modo è possibile interpretare il cambiamento sulla base di diverse scale spazio-temporali e a diversi livelli di organizzazione biologica. Mediante il già citato PdE, Progetto d’Eccellenza, si persegue l’obiettivo di porre a sistema tali competenze, passando così da tante eccellenze a una specifica del Dipartimento.

L’incontro è proseguito con l’intervento di Donatella Magri, la quale ha trattato la dimensione temporale della biodiversità, spiegando che ogni processo ha un suo evento di sviluppo e dunque è fondamentale porre tutti gli studi in una scala temporale per poter analizzare al meglio i dettagli specifici del progresso ambientale.

Intervista a Laura Sadori, Direttrice del Dipartimento di Biologia Ambientale:

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