Daniel Bar-Tal, autore e professore israeliano di psicologia socio-politica dell’Università di Tel Aviv, il 20 marzo, presso la Fondazione Giacomo Matteotti sita in Roma (Via dell’Arco del Monte 99) , ha presentato il suo libro: “La trappola dei conflitti intrattabili” in merito alle “lezioni dalla guerra su Gaza”, sostenuta da Anna Fao, storica e saggista, Giorgio Gomel, economista, e introdotta da Giovanna Leone, docente di psicologia sociale e della comunicazione presso La Sapienza Università di Roma. Bar-Tal presenta il libro come un’analisi psicologica del conflitto, analizzando la paura e il vittimismo che questa guerra comporta. Le domande su cui si interroga, e su cui pone l’attenzione all’interno del libro, sono: cosa ha spinto Hamas ad attaccare Israele? Il conflitto Israelo-Palestinese può essere trattabile? Perché sono passati 75 anni e ancora non si è arrivati alla pace?
Tutto ebbe inizio il 7 ottobre 2023 quando Hamas, movimento islamista fondamentalista e radicale, lanciò un attacco contro Israele causando circa 1.400 morti ( 823 civili e 321 soldati), più di 3.000 feriti e 240 ostaggi ancora oggi imprigionati lungo la Striscia. Il giorno dopo, in tutta risposta, Israele lanciò un’operazione militare contro Gaza causando la morte di oltre 10mila palestinesi.
Il governo Israeliano guidato da Benjamin Netanyahu, primo ministro e leader del partito nazionalista liberale (Likud), considera ciò che è accaduto il 7 ottobre come un eccidio di massa, un secondo olocausto che vede i palestinesi come nazisti. E’ veramente così? E’ possibile paragonare gli ultimi accaduti con la Shoah? Secondo il professor David Bar-Tal non ci può essere confronto, la nomina costante del genocidio degli ebrei avvenuta tra il 1941 e il 1945 è solamente, a suo avviso, una forma di strumentalizzazione per giustificare una disumanizzazione da parte degli israeliani nei confronti dei palestinesi. Il governo di Netanyahu infatti , durante gli attacchi, non ha fatto la minima distinzione tra i membri di Hamas e i civili, considerando la vita dei palestinesi meno degna di quella dei cittadini israeliani; stessa logica e mentalità che ha portato Hitler allo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
<<Nessuno si ricorderà più di voi>>, così i nazisti parlavano agli ebrei. Come ricorda Anna Fao nel corso della lezione, questa stessa frase ricorre ancora oggi ma con i ruoli invertiti: a pronunciarla stavolta non sono più i nazisti guidati da Hitler, ma gli ebrei nei confronti dei palestinesi.
L’incontro e lo stesso Bar-Tal, quindi, hanno l’obiettivo di aprire gli occhi su un contesto, quello della guerra, che non smette mai, purtroppo, di essere così attuale e ancorato ai nostri tempi. Lo scrittore, che ha mostrato alla sua platea la sua grande conoscenza del contesto socio politico contemporaneo, è stato capace di trasmettere la potenza del suo libro e il messaggio che, con grande forza, intende trasmettere. La sua ultima opera, infatti, vuole aprire gli occhi, informare le persone, creare una conoscenza capace di interpretare e cogliere le tragedie che investono non solo un paese ma un mondo intero. Perché la guerra uccide gli uomini, contamina gli animi e porta con sé dolore, sofferenza e distruzione; una distruzione che non può essere più tollerata perché non fa altro che trasformare l’esistenza in un cumulo di macerie. Quelle macerie, però, un tempo erano vita, vissuto e ora sono ciò che resta di un mondo in cui un’arma vale più di un cuore che batte.
Questo è ciò che ci ha trasmesso l’incontro: la forza delle parole del libro di Bar-Tal che aprono lo sguardo sul presente e portano a riflettere su una condizione che non riguarda un solo individuo ma l’umanità intera e il suo futuro.
A tal proposito, non possiamo non terminare con le parole dell’autore che conclude i suoi interventi con la seguente affermazione: “…Sono molto dispiaciuto per i palestinesi perché sono stati lasciati soli”.
Al termine della conferenza il professore Bar-Tal ci ha concesso un po’ del suo tempo per rispondere ad alcune domande in merito.
Autrici: Sofia Latino e Kiria Zunica