Mercoledì 27 gennaio, presso l’aula degli organi collegiali del Rettorato, è stato presentato il libro “Una certa idea dell’Italia” di Lamberto Dini (con la collaborazione di Luigi Tivelli).
Nel volume, l’economista e politico fiorentino ripercorre gli ultimi cinquant’anni della scena politico-economica italiana attraverso la sua stessa esperienza, prima da Direttore generale della Banca d’Italia, poi da Presidente del Consiglio, dunque da Ministro degli Esteri e, infine, da Senatore della Repubblica. L’incontro è stato ospitato dall’iniziativa “Il Cenacolo della Sapienza” di NoiSapienza Associazione Alumni”. “Il ‘Cenacolo della Sapienza’ è un’attività che vuole arricchire il panorama della cultura universitaria attraverso una serie di iniziative e incontri. Vogliamo dare voce ai protagonisti del nostro Paese e a grandi personalità del mondo dell’editoria e della politica. Non potevamo non coinvolgere Lamberto Dini”, ha detto Gianluca Senatore, introducendo l’incontro.
Alle parole di Senatore hanno fatto eco quelle del Rettore Eugenio Gaudio: “Dini è il simbolo dell’ascensore sociale che ha favorito lo sviluppo dell’Italia negli anni del Secondo Dopoguerra: proveniente da una famiglia fiorentina di umili origini, si concentrò sugli studi. Dopo aver vinto due borse di studio, trascorse alcuni anni negli Stati Uniti. Dunque gli fu proposta la direzione generale della Banca d’Italia, la presidenza del consiglio e tutte le altre cariche che ha ricoperto nel corso della sua carriera”. “La sua – ha aggiunto Gaudio – è una storia basata sulla meritocrazia e sull’impegno, è un esempio di come la formazione universitaria può aiutare a far emergere grandi personalità”.
Parlando del suo contributo al volume, il co-autore Luigi Tivelli ha affermato che “i contenuti sono quelli del Presidente Dini, ma ci sono anche miei contributi. Perché ho deciso di accettare la sua proposta? Perché Dini incarna tre aspetti che sono il contrario e il lato positivo delle tre malattie di cui soffre oggi il nostro Paese: il populismo, il dilettantismo e lo scarso rispetto per le istituzioni. I leader politici che si contendono le scene non affrontano i veri problemi del Paese, ma si inventano di volta in volta dei veri idolatribus: in questi giorni, ad esempio, si discute delle adozioni da parte delle coppie gay, ma nessuno discute del fatto che dal 2000 ad oggi le adozioni sono diminuite (le coppie composte da uomo e donna non riescono ad adottare bambini) o della diminuzione del tasso di natalità. Dini, viceversa, è un grande democratico. Quanto al dilettantismo: non ce n’è mai stato così tanto nella classe politica. E di dilettantismo soffrono tutti i partiti: a Roma gli inquisiti di mafia capitale hanno tutti un’età inferiore ai 45 anni, praticamente tutta la nuova classe politica di sinistra. Dini, invece, è un professionista. Infine, lo scarso rispetto per le istituzioni: oggi manca. Dini, pur essendo un tecnico, ha sempre avuto grande rispetto per il Parlamento e da Presidente del Consiglio pretendeva grande precisione nei rapporto con il Parlamento e con le altre realtà politiche”.
La presentazione del libro scritto da Lamberto Dini con Luigi Tivelli offre anche alcuni spunti per riflessioni sullo stato attuale dell’Italia: Giuseppe Ayala, che ha alle spalle una carriera di tutto rispetto nel mondo della magistratura e che è stato deputato dal 1992 al 1996 (prima nelle file del Partito Repubblicano Italiano, poi in quelle di Alleanza Democratica) e senatore dal 1996 al 2006 (come rappresentante dei Democratici di Sinistra), ha osservato che “come diceva De Gasperi: ‘Il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista pensa alle prossime generazioni’. L’Italia è lo stato con il maggior numero di legge contemporaneamente vigenti, più di 250.000, ma – paradossalmente – è il paese con il più alto tasso di criminalità. Ad essere malata non è solo la classe politica, ma anche la società civile. E’ un paese che è vecchio e che continua ad invecchiare: che futuro ha un paese che continua a invecchiare? Sono vecchi anche i sistemi ideologici, e questa è la malattia più grave di cui soffre l’Italia”.
L’autore Lamberto Dini, infine, parlando del libro e della sua esperienza come economista e politico, ha spiegato che “questo volume contiene un disegno liberal-democratico per una ‘nuova Italia’: oggi il nostro Paese si trova nell’Unione Europea ed è costretto a rispettare vincoli e regole. Per progredire abbiamo bisogno di ricerca, sviluppo e innovazioni: il lento declino dell’Italia continua, e continuerà anche nei prossimi anni se le politiche continueranno ad essere quelle dell’attuale Governo. Conosco Matteo Renzi da quindici anni e ne apprezzo la vitalità, il coraggio e la spudoratezza, l’ho aiutato a fare carriera quando eravamo entrambi in Margherita. E tuttavia penso che le sue siano misure populistiche: la storia degli 80 euro non mi è piaciuta, così come non mi è piaciuta quella dei 500 euro regalati agli studenti che compiono 18 anni. Si comporta come un monarca che dà contentini”. Dini ha lanciato poi un monito: “Quelli che sostengono l’uscita dell’Italia dall’Unione Europea sono degli irresponsabili: sarebbe un disastro”. La soluzione? “Ci vuole meno Stato e più mercato”, risponde il Presidente, “ovvero meno Stato nell’economia. Attualmente manca un disegno per far uscire l’Italia dalla crisi”. E in merito alla nuova legge elettorale, il cosiddetto “Italicum”, Dini si è dichiarato piuttosto scettico: “Bisogna dare stabilità a chi vince le elezioni. Ma chi vincerà le elezioni? Dove ci porterà l’Italicum? Rafforza o indebolisce il sistema democratico?”.
Ecco, di seguito, l’intervista di RadioSapienza a Lamberto Dini:
Mattia Marzi