La mattina del 20 marzo è stata dedicata ad un incontro che ha aperto una nuova sezione del progetto di terza missione Pace e conflitto nel terzo millennio. Viaggio ai confini dell’Europa, coordinato dal Dipartimento di Storia, antropologia, religioni, arte e spettacolo della Sapienza. L’evento ha visto la presentazione del libro Lampedusa, una storia mediterranea di Dionigi Albera, un’opera che ricostruisce il passato dell’isola come snodo di culture e civiltà, con il fine di offrire una prospettiva storica sulla sua attuale centralità nelle dinamiche migratorie e geopolitiche.
Dopo i saluti istituzionali di Alessandro Saggioro, direttore del dipartimento SARAS, Roland Dubertrand e Elena Vieri, l’autore è stato intervistato da Matteo Aria, dando vita ad un dialogo denso di spunti di riflessione. L’evento è stato inoltre l’occasione per presentare la Chair Méditerranée: religions et sociétés istituita dal Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica con il supporto dell’Institut français Centre Saint-Louis di Roma e del Dipartimento SARAS, con l’obiettivo di creare un ponte tra le istituzioni accademiche del Mediterraneo per affrontare le sfide contemporanee attraverso un approccio multidisciplinare.
Come sottolineato da Saggioro, il libro di Albera rappresenta un tassello fondamentale nella riflessione sul Mediterraneo, un mare che è allo stesso tempo luogo di scambio e di conflitto, di accoglienza e di esclusione. Lampedusa, in particolare, viene descritta come il simbolo della fragilità dei confini europei, un territorio che per secoli non è appartenuto a nessuno e che proprio per questo è stato di tutti.
Albera, riprendendo le teorie di Fernand Braudel sulla storia del mediterraneo, utilizza l’isola come un “laboratorio” per analizzare i fenomeni di incontro e scontro tra la civiltà. Il suo è un duplice obiettivo: ricostruire la storia di Lampedusa e interrogarsi sul significato profondo dei confini, della solidarietà e dell’appartenenza.
L’autore ha parlato di Lampedusa come di un ‘ombelico’ del mediterraneo: uno spazio apparentemente vuoto, ma che da senso al mondo che la circonda. La sua storia è fatta di marinai, mercanti, crociati, corsari, schiavi e rifugiati: il libro ceca infatti di cogliere questa pluralità, intrecciando l’approccio antropologico con la grande storia.
Un concetto chiave emerso durante l’incontro, grazie all’intervista di Matteo Aria, è il “mito dell’isola della solidarietà”, che si sviluppa nel momento in cui Lampedusa viene inglobata nel Regno delle Due Sicilie. Prima dello Stato, l’isola era simile ad una nave in mare aperto; abitata dunque da persone provenienti da mondi diversi che, proprio per la mancanza di rigidi confini, sviluppavano forme spontanee di convivenza e aiuto reciproco. Albera ha inoltre citato il filosofo francese Michel Foucault, parlando di ‘eterotopie’ piuttosto che di utopie: spazi reali, concreti, in cui coesistono dimensioni diverse, creando un’umanità connessa dalle esperienze vissute.
L’incontro ha offerto uno sguardo profondo su un tema di grande attualità, restituendo un’immagine di Lampedusa che va oltre le narrazioni emergenziali per inserirla in una storia più ampia: quella del Mediterraneo come spazio di incontro e di trasformazione continua.
Autore: Giulia Collepiccolo