Mercoledì 2 aprile, presso l’Aula Organi Collegiali del Rettorato dell’università Sapienza di Roma, si è tenuta la presentazione del volume “I lavori del futuro – Competenze e professioni per i nuovi media di Servizio Pubblico”. Si tratta di uno studio realizzato da Rai Ufficio Studi che mira ad analizzare le competenze e le professioni che in futuro saranno determinanti, nel mercato del lavoro in generale e in particolare nel settore dei media.
Tra i relatori, Francesco Giorgino, giornalista e direttore Ufficio Studi RAI, che ha introdotto la conferenza specificando il ruolo fondamentale dell’informazione nella nostra epoca, nel restituire la complessità dell’articolazione della nostra società, costruendo un discorso che vada oltre la polarizzazione.
Chi guarda più la tv?
L’ultimo rapporto Censis sulla comunicazione evidenzia come per gli italiani i telegiornali generalisti siano ancora al primo posto tra i mezzi di informazione, seguiti da Facebook e dai motori di ricerca, terzi.
Antonio d’Avino, Responsabile Rai Academy, ha sottolineato come la televisione generalista non stia quindi morendo, ma a cambiare siano invece le modalità di fruizione da parte degli spettatori: da una visione lineare e sincrona, si è passati a una asincrona, su piattaforme come Raiplay. E questo obbliga chi opera nel settore dei media a considerare anche nuovi modelli di produzione.
Stare al passo con il cambiamento
In questo contesto Rai sta cercando di trasformarsi anche come azienda, passando da un modello broadcaster a quello di una digital media company. La teoria che sta alla base di questo processo è, dice Giorgino, quella del determinismo tecnologico, dove la tecnologia non solo accompagna il mutamento sociale, ma è uno dei fattori che lo determina: l’innovazione non è solamente nel prodotto finale, ma anche nel pensiero alla sua base.
Il conduttore televisivo si descrive come un “impegnato a gestire il cambiamento” che, riprendendo Weber, fa sua l’etica della responsabilità, quella che agisce basandosi sulla consapevolezza delle conseguenze e degli effetti del cambiamento tecnologico.
Lo studio
Si tratta di un cambiamento interno quindi, che parte da una precisa presa di coscienza, a cui contribuisce anche Rai Ufficio Studi, che ha guidato lo studio di cui il volume è il prodotto. Da anni il gruppo studia i processi di trasformazione interni all’azienda e come questi si relazionano all’evoluzione del mercato televisivo.
La coordinatrice dello studio, Francesca Zupi, descrive “I lavori del futuro” come una ricerca inserita nel filone degli studi che si interrogano sul futuro: l’analisi, condotta tra ottobre e dicembre 2023, si è svolta a partire dalle tendenze culturali e sociali che plasmeranno la realtà del futuro e l’impatto sul mercato del lavoro. Grazie alla collaborazione con esperti delle risorse umane e dei media sono state selezionate oltre cinquanta competenze, suddivise tra trasversali, specialistiche, digitali e culturali. Infine, a partire da queste evidenze, sono stati definiti venti possibili “future jobs” per la radiotelevisione e i media. La novità, rivela Zupi, è quella di aver strutturato l’analisi guardando al futuro, anche con lo scopo di contribuire a limitare il disallineamento tra la domanda e l’offerta di lavoro.
Uno studio, dice Antonio d’Avino, che vuole essere una bussola per iniziare a immaginare il futuro.
Veronica Del Puppo
Intervista a Francesco Giorgino, giornalista e direttore Ufficio Studi RAI.