Un confronto tra generazioni, tre eventi per tre temi di rilevanza sociale e politica, un unico obiettivo: costruire un’Europa migliore.
È con l’ultimo appuntamento di martedì 12 marzo che si è concluso il ciclo di eventi “I Giovani chiamano, l’Europa risponde” organizzato dall’agenzia di stampa Area in collaborazione con l’ufficio per l’Italia del Parlamento europeo presso gli spazi di Europa Experience – David Sassoli.Al centro del dibattito, moderato dal giornalista e divulgatore Marco Gisotti, il tema del lavoro tra genere e generazioni: può il genere influire nell’esperienza lavorativa e quali sono le condizioni di lavoro dei giovani europei? In che modo l’Europa può supportare le nuove generazioni?A rispondere a queste e altre domande, tracciando un quadro sui rapporti tra lavoro e genere e sulla condizione lavorativa giovanile, i relator* della giornata l’On. Nicola Danti, Europarlamentare del Gruppo Renew Europe e membro ITRE (Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia); Gerarda Grippo, docente in “Lavoro, Organizzazioni e Genere” per il corso magistrale in Gender Studies, culture e politiche per i media e la comunicazione presso Sapienza Università di Roma, e Debora Giannini, project manager del Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne.
Che ai giovani spesso manchi la consapevolezza e un immaginario lavorativo è un luogo comune più che affermato e che la parità di genere, anche e soprattutto retributiva, sia ancora un traguardo lontano è più che un’evidenza. Da qui le riflessioni dell’europarlamentare Danti che ricorda l’impegno dell’UE per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e la necessità di non perdere competitività di mercato spingendo verso una professionalizzazione dei giovani per colmare il gap di competenze che mancano attualmente in Europa. Nel parlare di competenze, Giannini ha fatto luce sui dati che segnalano una mancanza di competenze STEM ,digitali e green che costituiscono uno dei fabbisogni più importanti per l’economia italiana ed europea: la difficoltà di reperimento di laureat* in queste discipline è aumentata dal 26% del 2019 al 43% del 2023. Introducendo la prospettiva di genere, Grippo ha sottolineato come il genere influenzi le prospettive e le esperienze lavorative e l’introiettamento dei ruoli di genere causi un vero e proprio “dream gap”, un gap nelle aspirazioni delle donne che vengono proiettate a lavori culturalmente e storicamente ritenuti a loro più adeguati , estromettendole spesso da professioni meglio retribuite e da ambiti socialmente ritenuti di appannaggio maschile come quello STEM.
Un problema culturale, ancora prima che economico. Questo è ciò che sta alla base del gender pay gap, per cui ad oggi le donne vengono pagate il 17% in meno della componente maschile; del basso tasso di occupazione femminile in Italia che si classifica sotto di 14 punti percentuale rispetto alla media europea, del problema della denatalità. Un problema sistemico e strutturale, che è un problema di tutt*, non solo delle donne. <<La disuguaglianza di genere limita tantissimo il contributo che le donne possono dare, è un problema trasversale, non solo femminile>> afferma Grippo con fermezza, e su questo l’Europa deve intervenire con politiche sociali che ridistribuiscano il carico di cura lasciato alle sole donne, favorendo così l’occupazione femminile e che permettano ai giovani di intraprendere percorsi genitoriali offrendo strutture e servizi statali.
“La parità tra donne e uomini deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione.” Così stabilisce l’Art.23 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ed è proprio dai suoi stessi principi fondanti che l’Europa, e gli stati membri tutti, devono ripartire per costruire un’Europa garante della parità di genere, in cui l’uguaglianza, la libertà e le pari opportunità siano davvero pilastri del futuro.