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L’AYAHUASCA: LA DOLCE MATRIGNA CHE (non) SI BEVE DI NOTTE

Il 26 febbraio 2025, al Dipartimento di Psicologia dei processi di sviluppo e socializzazioni, la psicologa clinica e filosofa Umberta Telfener ha tenuto un seminario sulla rilevanza della dimensione spirituale (umana) nella psicologia.

L’approccio di questa psicoterapeuta è noto come “Milan Approach”, un tipo di studi psicologici che si basano sull’importanza di cure sistemico-relazionali con i loro pazienti. In particolare, in questo seminario, con la presentazione del suo libro “In braccio agli spiriti”, la Telfener ha affrontato il tema riguardante gli effetti benefici dell’ Ayahuasca, una pianta utilizzata dagli sciamani del Perù, da cui ne viene tratta una “bevanda magica”. In realtà, si tratta di un decotto psicoattivo originario dell’Amazzonia, utilizzato da secoli dalle popolazioni indigene in cerimonie spirituali e di guarigioni.

La Telfener ha raccontato agli studenti di psicologia di una sua esperienza vissuta in prima persona, spinta dalla sua grande curiosità di immergersi nei luoghi suggestivi dei popoli sciamanici e guidata dalla volontà di conoscere la loro medicina.  Innanzitutto è necessario sapere che L’Ayahuasca, una volta bevuta (oltre al pessimo sapore), può innescare  forti dolori addominali, vomito e diarrea; insomma può far star davvero male chi la beve. Ma, una volta passato tale effetto, l’essere umano è come se entrasse in un’altra dimensione, migliore rispetto a quella terrena.

Questa pianta viene infatti utilizzata principalmente per curare la depressione e, a detta della Telfener, può persino guarire i malati oncologici e di sclerosi multipla. (di questo non ci sono ancora prove che ne dimostrino la veridicità).

Cosa si prova esattamente quando si fa uso dell’Ayahuasca? Sotto l’effetto di questa droga psicoattiva, si riscontra in particolare una forte accentuazione dei sensi, soprattutto della vista e dell’udito: sono esperienze che la Telfener stessa ha provato sulla sua pelle. La psicoterapeuta ha persino raccontato che si possono acquistare abilità legate alla chiaroveggenza (ella stessa ha avuto quest’esperienza). D’altra parte, bisogna pur considerare che stiamo  parlando di una droga contenente dimetiltriptamina (DMT), un principio che conduce alla perdita di conoscenza e a stati di forte alterazione su chi ne fa uso. A detta però della Telfener, pur trovandosi sotto l’effetto dell’Ayahuasca, una parte dell’individuo resta comunque cosciente.

A questo punto possiamo chiederci: “sarà possibile che in futuro le cure mediche dello sciamanesimo possano entrar a parte delle terapie psicologiche occidentali”? Dobbiamo tener presente che in Europa e in particolare in Italia, sono già molte le persone malate di depressione che, negli ultimi anni, dopo aver fatto uso dell’Ayahuasca, sono guarite. Per quanto riguarda la questione della legalità legata all’utilizzo di questa droga, secondo gli ultimi dati pervenuti, il ministro della salute Orazio Schillaci, ne ha proibito l’utilizzo. Malgrado ciò, a livello scientifico non si hanno notizie certe di persone morte a causa dell’Ayahuasca. Addirittura l’associazione Science For Democracy, ha fatto ricorso all’Onu per annullare la proibizione dell’Ayahuasca fatta da Schillaci. Dunque, queste potrebbero essere tutte testimonianze che vanno a mostrare un probabile futuro dell’uso di queste sostanze psicoattive nella medicina occidentale. La questione rimane aperta, vedremo i possibili sviluppi…

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