“Non si vince da soli, ma ci si allea“, un mantra che Coez e Frah Quintale hanno inciso nella memoria dei 14 mila spettatori presenti nelle due date romane , il 26 e il 27 gennaio, del “Lovebars Tour 2024“.
“Fate un applauso a Silvanone che oggi gioca in casa”, esordisce Frah Quintale. Sul palco del Palazzo dello Sport Silvano Albanese – questo il vero nome del 40enne rapper romano – ci è salito già diverse volte (l’ultima nel maggio del 2019). Questa volta però, condivide il palco con il 34enne collega bresciano.
“Questo progetto non l’avrei fatto con nessun altro se non con lui” avevano dichiarato nel settembre 2023, quando hanno iniziato il loro viaggio con il joint album “Lovebars” (certificato disco d’oro).
Il titolo stesso, “barre d’amore”, racchiude il cuore dell’album e l’essenza di questi due rapper che al machismo rap hanno sempre preferito raccontare l’amore nelle sue molteplici sfaccettature. In “Se esiste un Dio” parlano del volersi bene, “che non è una cosa così scontata“.
I loro fan non aspettavano altro, soprattutto dopo la collaborazione precedente su “Nei treni la notte” di Frah Quintale, presente in “From the Rooftop 2” di Coez del 2022. “Questa è la canzone che ha unito me e Coez e ci ha fatto capire che dovevamo fare musica insieme”, ha detto Frah Quintale.
Il “Lovebars tour 2024” ha debuttato l’11 gennaio scorso al PalaUnical di Mantova. Dopo i palazzetti di Bologna, Napoli e Catania, il 26 e il 27 hanno fatto tappa a Roma, per poi proseguire al Forum di Milano (29 gennaio) e al Nelson Mandela Forum di Firenze (1 Febbraio).
Il tour – tra sold out e date multiple – raduna sotto il palco non solo gli appassionati dell’hip-hop old school, ma anche gli amanti della nuova scena post-indie o come la si voglia chiamare.
Dopo aver aperto con “Lovebars” e “Terra bruciata” – attualmente il singolo italiano più suonato dalle radio secondo le rilevazioni di EarOne – “Faccio un casino” e “Cratere” sono solo un’anticipazione di ciò che sta per accadere sul palco.
“Siamo qui per celebrare le nostre carriere” sottolineano. E infatti, dopo aver riscaldato l’atmosfera con brani tratti dall’ultimo album, i due incendiano il palco ripercorrendo le loro carriere e portando sul palco hit come “Le luci della città”, “La musica non c’è”, “Si ah” e “Colpa del vino”.
Versatili e complementari, interscambiabili e sinergici: sembra che facciano musica insieme da sempre. Guardandoli sul palco, si ha l’impressione che anche le canzoni dei loro lavori precedenti, cantate a squarciagola dai fan presenti nel palazzetto, siano state scritte a quattro mani. Come “Missili” con Giorgio Poi, che li ha raggiunti sul palco per cantare il ritornello che nell’estate del 2018 ha fatto da colonna sonora alle crisi amorose degli adolescenti. Gli stessi che oggi, ormai cresciuti, ricordano la fine di quelle relazioni emozionandosi con “Come nelle canzoni”.
L’amicizia tra Coez e Frah Quintale nasce soprattutto dalla condivisione delle origini hip-hop: prima della svolta pop del 2011 con “Ali sporche” (che però in scaletta non c’è), Coez è stato uno dei protagonisti della wave hip hop capitolina dei primissimi anni duemila, prima con i Circolo Vizioso e poi con i Brokenspeakers, mentre Frah si esibiva sui palchi dei centri sociali con i Fratelli Quintale.
“Odio le regole, lo sai che per me la vita è un freestyle / a casa un divano pieghevole anche se stavo già in hype / ciò che volevo per me non si chiede / nessuno ti regala un cazzo”, cantano i due in “Local heroes”.
Accompagnati sul palco da una formazione affiatata, nata dall’unione dei loro musicisti e composta da Alessandro Lorenzoni alla chitarra, Bruno Belissimo al basso, Giannicola Maccarinelli alla batteria, Benjamin Ventura alle tastiere e Valerio Smordoni alle tastiere e Giuseppe Di Nola (DJ Banana), i due chiedono un applauso “perché è difficile sedersi ad un tavolino e proiettarsi nel futuro, pensando a cosa possa piacere e voi”. E sembra proprio che invece il pubblico apprezzi le loro rime e i loro duetti, capaci di creare un rapporto indissolubile con chi li ascolta.