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L’essenziale verità delle cose, Trombadori a Roma

l'essenziale verità delle cose

L’arte, moderna come anche antica, è solo quella che riesce ad esprimere l’essenziale verità delle cose con profonda umanità e spiritualità“. Queste le parole con cui Francesco Trombadori (1886-1961),  pittore siracusano, definisce il concetto di arte e queste stesse sono anche le parole che hanno ispirato il titolo della mostra incentrata sull’artista, in programma fino all’11 febbraio alla Galleria d’Arte Moderna a Roma: “L’essenziale verità delle cose”.

Nonostante Roma non sia stata la sua città natale, il rapporto che intercorre tra la Capitale e il pittore è di natura profonda: Trombadori vi si trasferisce nel 1907 e dopo la Prima guerra Mondiale si stabilisce a Villa Strohl-Fern, da cui non si allontanerà più. Giornalista, critico d’arte e pittore, le sue tele toccano i più svariati filoni artistici del ‘900: dal simbolismo e il divisionismo delle opere giovanili al neoclassicismo che si ritrova nelle tele realizzate tra le due guerre, fino ai ritratti paesaggistici in chiave neometafisica dell’ultima fase della sua arte. Protagonista di queste ultime opere è Roma, in cui si realizza l’intenso rapporto che l’artista intrattiene con la città. Una Roma spesso deserta, ai limiti dell’irrealtà.

“L’essenziale verità delle cose” segue questo sviluppo dividendosi in tre sezioni corrispondenti a ciascuno dei periodi artistici attraversati da Trombadori e, in occasione di questa, sono stati organizzati incontri di approfondimento in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Roma. Ciascuno degli incontri monografici affronta dettagliatamente un aspetto della vita del pittore: il suo rapporto con la storica residenza, Villa Strohl-Fern, che ora è casa-museo, e quello con le tante modelle protagoniste delle sue tele. I due seminari conclusivi si terranno il 19 gennaio alle ore 16.30 e il 23 gennaio alle 17 alla Galleria d’Arte Moderna, il primo incentrato sulla tutela dello studio dell’artista – curata da Carolina Marconi – il secondo sul suo rapporto con le Quadriennali di Roma – relatore Carlo Fabrizio Carli. L’ingresso è consentito con il pagamento del biglietto del Museo per un massimo di quaranta persone.

Eleonora Artese