Giovedì 5 dicembre il Dipartimento di Lettere e Filosofia, all’ Ex Vetrerie Sciarra, ha accolto studenti liceali e universitari per l’appuntamento con lo scrittore fiammingo di fama mondiale Bart Moeyaert, vincitore dell’Astrid Lindgren Memoria 2019: il Premio Nobel della letteratura per ragazzi. La conferenza si è aperta con i saluti di Geert De Proost, rappresentante della comunità fiamminga in Italia, che ha sottolineato l’inestimabile valore della conoscenza della lingua e letterature straniere, definite come “the key to understand the other”.
Della Passerelli, dirigente della Sinnon (casa editrice delle opere di Moeyaert), ha rimarcato l’importanza della lettura soprattutto tra i giovani, poichè “leggere permette di comprendere la realtà umana e perciò – ha aggiunto poeticamente- di saper essere felici”. Il cuore dell’iniziativa è stato il prezioso contributo dello scrittore Fabio Stassi che attraverso le personali suggestioni ispirate dalle pagine di Moeyaert, ha trovato un’intima e toccante sintonia con l’illustre penna belga che si è raccontata con leggerezza e spontaneità. Infatti il giovane pubblico è stato coinvolto in una conversazione che ha esemplificato, in modo immediato e chiaro, il complesso processo della scrittura, in cui l’universo emotivo dell’autore dà vita a storie e personaggi, che nel caso di Moeyaert hanno incantato le nuove generazioni del mondo intero.
Il dono dello scrittore di Bruges è di aver saputo narrare temi quali la morte, la malattia o l’abbandono mediante parole e metafore fruibili a giovanissimi lettori che hanno potuto esplorare sentimenti ed esperienze raramente proposte nella letteratura per ragazzi. Moeyaert ad ogni domanda degli studenti, ha risposto con brevi ed eloquenti aneddoti, in cui la sua innata attitudine al racconto ha restituito con sincerità e ironia il suo vissuto soprattutto familiare, autentico spunto per ogni sua opera. Forse delle favole autobiografiche abilmente improvvisate da Moeyaert per la sua platea, quella che più ne ha suscitato il sorriso e la simpatia, narrava la sua infanzia. Stando alla storia l’ultimo di sette fratelli, ogni sera, intorno alla tavola apparecchiata per cena, viveva la frustrazione di non trovar mai lo spazio e le parole per raccontare della propria giornata a scuola.
Non riusciva a dir nulla, sopraffatto dai racconti dei più grandi, finché qualche anno dopo, proprio quest’ultimo dei sette fratelli, le parole giuste le ha finalmente trovate, addirittura narrare è diventato il suo lavoro, per giunta ben pagato: l’ultimo dei sette fratelli era Bart Moeyaert, e riceveva il premio nobel per la letteratura per ragazzi. Senza dubbio Moeyaert ha il dono di saper raccontare e le nuove generazioni la preziosa opportunità di crescere leggendolo: opportunità assolutamente da cogliere, anche da chi ha qualche anno in più.