Nella giornata di mercoledì 23 novembre, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, presso l’aula Sergi, CU026, edificio Antropologia, è partito, con il primo incontro, il ciclo di seminari di storia contemporanea “lezioni sul fascismo”.
Si prevedono sei incontri (23-24-25 novembre e 30-1-2 dicembre) nei quali si avrà modo di parlare e dibattere di un tema caldo e centrale per la comunità studentesca, e la società tutta.
Il seminario si baserà su l’uso di parole chiave, destinate a una migliore comprensione del Fascismo e delle sue origini, e verranno coinvolti i Professori di storia: Andrea Guiso; Elena PApadia; Donatello Aramini; Guido Panvini; Chiara Giorgi; Emanuele Bernardi; Luciano Villani; Ester Capuzzo; Joanna Sondel-Cedarmas; Marco Di Maggio; Emmanuel Betta; Alessandra Tarquini; Maurizio Zinni; Umberto Gentiloni; Andrea Mammone; Bruno Bonomo.
Inoltre, ci sarà la partecipazione degli studenti dei dipartimenti di Lettere e Filosofia, Scienze Politiche e del Coris.
Le lezioni si struttureranno con un approccio trasversale e inclusivo; nella prima fase i docenti forniranno i primi strumenti di riflessione illustrando e spiegando la parola chiave scelta, per un tempo di venti minuti a parola. Verranno dunque esposti tre concetti, per un totale di sessanta minuti. La restante ora sarà dedicata al dibattito fra il corpo docenti e gli studenti, i quali saranno liberi di esporre le proprie osservazioni e domande in merito al tema.
Nella giornata di ieri abbiamo visto l’utilizzo delle parole e concetti: Grande Guerra, Giovani e Nazione.
Il primo concetto è Grande Guerra, trattato dal Prof. Andrea Guiso. Egli ci porta all’attenzione il rapporto fra polis e demo, e alla questione agraria per comprendere l’affermazione del Fascismo in Italia. Un excursus storico in cui vediamo come la prima guerra mondiale sia stata centrale, un banco di prova in cui i governi sperimentarono i limiti della società mobilitata. Il primo grande esperimento totalitario di massa, da considerare la culla del Fascismo.
Il secondo concetto è Fascismo e Giovani, trattato da Elena Papadaia. La Professoressa inizia la sua riflessione con tre dati oggettivi: il primo è che i fascisti delle origini sono giovani, ex combattenti della prima guerra mondiale non smobilitati o spesso i fratelli minori che non avevano potuto partecipare al primo conflitto, ma anche giovani in ambienti studenteschi, che hanno il fascino per il movimento. Il secondo dato è l’autorappresentazione che si divide in due livelli: un livello retorico, e quindi di linguaggio, ed è la prima fase con il mito della giovinezza; e un secondo livello, ovvero d’immagine idealtipica del giovane fascista. Il terzo dato riguarda i giovani come principali destinatari dell’indottrinamento e della propaganda fascista, questo perché bisognava appunto plasmare l’uomo nuovo per poter avere un seguito totalitario.
L’ultimo concetto è quello di Nazione, illustrato dal Prof. Donatello Aramini. Egli ci illustra come il concetto di nazione, inteso in età contemporanea, ovvero che legittima i sistemi politici, abbia un rapporto centrale col fascismo, e che quest’ultimo sia poi un punto d’arrivo, e da qui nasca una radicalizzazione e una idealizzazione dell’idea di nazione di una determinata fazione politica.
L’incontro si è concluso con molte domande interessanti esposte dagli studenti, una partecipazione attiva che fa ben sperare, per un tema di estrema attualità.