Il bello dei festival del cinema è la possibilità di trovare piccoli film ben fatti che altrimenti probabilmente non scopriresti mai. Uno di questi casi alla 17esima festa del cinema di Roma è sicuramente Lola di Andrew Legge, un vero gioiellino di soli 80 minuti divertente e ben strutturato.
Il film si presenta come un mockumentary, ovvero come un finto documentario, di un found footage, ovvero un registrato perduto e ritrovato. I titoli di testa spiegano infatti che nel 2021 è stato ritrovato in una casa del Sussex inglese delle vecchie pellicole risalenti agli anni ’40. Il lavoro di ricreazione, bruciatura e erosione della pellicola per ricreare l’estetica della pellicola di quel tempo è decisamente ben riuscito e preciso, dando quindi l’impressione che il montato che stiamo osservando venga davvero da un passato perduto e ritrovato.
Un passato che però sembra anche folle e diverso da come lo ricordiamo: il film mostra infatti la storia delle sorelle Hanbury e della loro invenzione, appunto Lola (dal nome della madre), un radiotrasmettitore in gradi di intercettare frequenze radio anche nel futuro. Grazie a questo strumento le sorelle Thom (Emma Appleton) e Mars (Stefanie Martini) riescono a vedere le trasmissioni dei media del futuro, portando negli anni ’40 David Bowie e molti altri artisti e personaggi famosissimi del loro futuro (cioè il nostro passato).
Grazie a questo strumento le sorelle pensano di utilizzare Lola per intercettare dal futuro le trasmissioni tedesche in modo da salvare più persone possibile dai bombardamenti nazisti. Se all’inizio tutto sembra andare per il meglio e le due misteriose sorelle note ai media come “l’Angelo di Portobello” sembrano essere delle eroine, pian piano alcune modifiche sembrano avere un impatto più forte nella storia, che porterà ad una sorprendente, divertente, ironica e perfettamente ricreata ucronia alternativa.
Lola è un film semplicissimo narrativamente ma per nulla banale, e che riesce a reggere perfettamente anche quando la narrazione avanza verso direzioni inizialmente inattese,a sempre lasciando la sensazione di una scrittura precisa e ben fatta. Semplicità narrativa che si accompagna però a una non banale e ben strutturata ricreazione scenografica e fotografica dell’epoca, con l’aggiunta di alcuni elementi sorprendenti che faranno spesso sorridere lo spettatore.
Lola è un film che funziona benissimo, e nonostante forse la scelta finale potesse andare anche in un’altra direzione, è un film decisamente riuscito sotto tutti gli aspetti e che con una buona distribuzione, in particolare su piattaforme di streaming, potrebbe davvero trovare il suo spazio. Un film che riesce a divertire e a sorprendere continuamente ma che propone anche spunti di riflessione interessanti sul tema classico dell’effetto farfalla e di come piccoli dettagli possano cambiare storie più grandi, perché alla fine siamo tutti inesorabilmente collegati e chissà, forse se la seconda guerra mondiale fosse andata in maniera diversa David Bowie sarebbe diventato un dentista.