Lunedì 22 aprile alle ore 17, presso l’aula di Storia della musica Nino Pirrotta, all’interno dell’edificio di Lettere e Filosofia, si è tenuta la conferenza “The politics of recorded music in interwar France: an aesthetic struggle” condotta in inglese da Jonathan Thomas, ricercatore nel campo degli usi politi del suono.
La conferenza verte sull’uso politico delle registrazioni sonore, in particolare, l’autore della conferenza analizza la situazione francese degli anni ’30.
Thomas introduce il discorso facendo una panoramica sui dischi politici francesi, narrandone le peculiarità, come ad esempio l’usanza di destinare un discorso propagandistico sul lato A del disco, e relegare al lato B la canzone; oppure arricchire le registrazioni con rumori della vita quotidiana per rendersi più “vicini” alla working class.
Il forte utilizzo della registrazione e della canzone, è sempre stato un fattore fondamentale per le campagne politiche dei partiti, tanto da, talvolta, proporre dei veri e propri jingle, portando alla totale estetizzazione della politica, secondo Jonathan Thomas.
In particolare, nella sua presentazione, l’autore, ci mostra le principali differenze tra le canzoni e inni del partito socialista, comunista e dell’Action Française (movimento politico francese di estrema destra di ispirazione nazionalista e monarchica); della loro differenza di struttura e di utilizzo della voce principale rispetto ai cori che vi è in queste registrazioni. Per rendere al pubblico più chiare le differenze prima citate, Jonathan Thomas si avvale di tre esempi di inni politici francesi degli anni ‘30.
La conferenza è lineare e diretta, e si conclude con i numerosi interventi da parte del pubblico che hanno aperto il dibattito sull’utilizzo della musica, invece, nella politica italiana post prima guerra mondiale.