Lunedì 2 marzo alle 17.00, presso l’aula di Storia della musica “Nino Pirrotta” dell’Edificio di Lettere e Filosofia, si è tenuto il secondo incontro della serie Colloquia 2020, intitolato “Testo musicale, interpretazione, esecuzione”. Il maestro Michele Campanella dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, pianista di fama internazionale e autore di saggi e monografie, ha affrontato davanti a una platea di una trentina di persone il fondamentale tema del ruolo dell’interprete nell’esecuzione di un’opera composta da una seconda persona tramite l’analisi della struttura di alcuni spartiti di Beethoven e Mozart.
Prendendo atto del fatto che un compositore non sia necessariamente il miglior interprete della propria opera e che taluni non abbiano considerato i problemi dell’esecuzione materiale del brano, il Maestro Campanella ha sottolineato come un buon interprete debba essere dotato di tre fattori: talento, intuizione, cultura. Il talento è cosa nota; l’intuizione è un modo di conoscere diverso dal razionale che si nutre del senso della misura espresso nello stile; la cultura, o stile, rappresenta il dovere di entrare quanto più possibile nella personalità di un compositore, ascoltando il suo repertorio nella propria completezza per creare un ritratto ideale e sfaccettato. Secondo lui, la mera copia della maniera di un grande interprete risulta volgare, poiché il suono di un musicista non si può imitare. L’interpretazione, allora, non è né totale annichilimento della propria personalità, né stravolgimento e abuso dello spartito, ma semplice e umile moderazione per cui l’interprete può dirsi libero e fedele. Un pianista che si chiude nel proprio ego suonerà tutti i repertori dei diversi compositori alla stessa personale maniera, risultando non tanto al servizio della musica quanto di sé stesso.
Lo scopo dell’interpretazione è decifrare il senso della musica, il significato tra le righe, dove l’azzeccare l’andamento, cioè il modo di procedere della musica e accostamento di carattere e velocità, rappresenta la più grande responsabilità dell’esecutore. Per conseguire questo obiettivo, il Maestro Campanella ha evidenziato la necessità di formare un pensiero musicale comprensivo ed esauriente, che vada al di là del testo e si fondi, tra le altre, sul recupero della retorica, della dizione e della recitazione.
Gli appuntamenti dei Colloquia 2020, un’iniziativa della Sezione musicologica del Dipartimento di Lettere e culture moderne, sono programmati con cadenza bisettimanale, il lunedì alle 17.00 fino all’8 giugno, e vertono intorno alla musica del Seicento e Settecento, ospitando professori di università italiane e francesi.