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Magistri sine Registro 2025: Habermas e la metamorfosi della sfera pubblica

Si è conclusa la decima edizione del Seminario di Ermeneutica Magistri sine Registro, un’iniziativa che, anno dopo anno, si conferma come un’oasi di pensiero critico nel panorama accademico italiano. Quest’anno, il focus si è concentrato su un tema quanto mai attuale: il ruolo della ragione occidentale, i mutamenti della sfera pubblica e il futuro della democrazia, partendo dalla riflessione di Jürgen Habermas.

 

 

Un convegno per “capire dove stiamo andando”

A inaugurare il seminario, il 7 marzo, è stato il professor Alberto Marinelli (Direttore del Dipartimento Co.Ri.S.) che ha sottolineato l’importanza di analizzare la crisi della sfera pubblica e politica, una frattura sempre più percepibile anche dai cittadini comuni. Marinelli ha evidenziato come il dibattito pubblico sia ormai segnato da inciviltà e da una crescente difficoltà a distinguere tra provocazione e partecipazione democratica.

Nel corso della prima giornata, il professor Paolo Montesperelli ha evocato l’immagine di una “desertificazione politica, culturale ed etica”, con poche oasi di riflessione critica, tra cui questo stesso seminario. Da qui, si è sviluppata un’analisi approfondita della figura di Habermas e della sua recente “Storia della filosofia”, con gli interventi di studiosi come Walter Privitera, Ambrogio Santambrogio, Stefano Petrucciani, Michele Prospero, Francesca Romana Lenzi e Giuseppe Ricotta.

Un nodo centrale emerso è stato il confronto tra Norbert Elias e Jürgen Habermas, entrambi contrari a determinismi storici e accomunati da una visione dell’evoluzione sociale basata sull’interdipendenza. La discussione ha poi toccato la critica decoloniale alla modernità occidentale, mettendo in luce il carattere eurocentrico della ragione moderna e la necessità di superare dicotomie come progresso/arretratezza. Infine, la giornata si è chiusa con un’analisi dell’involuzione della sfera pubblica nell’era digitale, con particolare attenzione alla post-democrazia e alla Platform Society.

L’ecosistema mediatico contemporaneo

Il 14 marzo, la seconda giornata del seminario ha ampliato lo sguardo sulle trasformazioni della sfera pubblica e sugli ecosistemi mediali. Il professor Stefano Tomelleri, presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia, ha aperto i lavori evidenziando la capacità del seminario di rinnovarsi ogni anno, pur mantenendo un’impronta interdisciplinare.

Dopo una sintesi della prima giornata a cura di Gianni Losito, il dibattito si è spostato sulle nuove dinamiche della sfera pubblica.

Marina Calloni ha discusso il passaggio dalla sfera pubblica alla sfera dei pubblici, un concetto che riflette la frammentazione dell’opinione pubblica in bolle informative. Massimo Cerulo ha poi chiarito il rapporto tra sfera pubblica e opinione pubblica, mentre Laura Gherardi ha affrontato il fenomeno del discorso d’odio online, evidenziando come la comunicazione digitale stia erodendo i presupposti del dialogo razionale.

L’intervento di Carlo Sorrentino ha spostato l’attenzione sul giornalismo e sulla necessità di ripensare il ruolo dei media in un contesto di iperproduzione informativa. Infine, Peter Mayo ha proposto una lettura gramsciana della società dell’apprendimento come arena di contestazione per l’egemonia culturale.

Un seminario che interroga il futuro

L’edizione 2025 di Magistri sine Registro ha offerto uno spazio di confronto critico su temi urgenti: la crisi della democrazia, la trasformazione dell’opinione pubblica e il ruolo dei media nella ridefinizione della sfera pubblica. Da Habermas a Elias, da Gramsci alle teorie decoloniali, il seminario ha messo in luce la necessità di un pensiero che non si limiti a constatare il cambiamento, ma che sappia interpretarlo e guidarlo.

Se, come ha detto Montesperelli, stiamo attraversando una “desertificazione culturale”, occasioni come questa ci ricordano che alcune oasi di pensiero critico esistono ancora.

La sfida, ora, è farle fiorire.

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