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Marta Rocher: ritratti d’artista. Gettare luce sul ruolo delle donne nella fotografia

Nella giornata di ieri, martedì 16 gennaio, è stata inaugurata la mostra Marta Rocher: ritratti d’artista, a cura di Elisa Genovesi e Raffaella Perna docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Roma “La Sapienza”.

La docente è intervenuta ringraziando tutti coloro i quali hanno aiutato a dar vita alla mostra e per sottolineare l’unicità dell’artista “ci ha colpito per l’eccezionalità della qualità del lavoro”

Si tratta della prima esposizione personale dedicata a Marta Rocher (Vienna, 1920 – Milano, 1990) fotografa di origine austriaca che ha documentato il fervore del panorama artistico e culturale di Parigi, Milano e Venezia fra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Sessanta. La mostra propone oltre cento fotografie in bianco e nero relative a questa fase della sua carriera: all’epoca Marta Rocher frequenta realtà vivacissime, al centro della scena dell’arte sperimentale, come la galleria di Iris Clert a Parigi o il Cavallino di Venezia. Rocher gode infatti della stima di alcuni tra gli artisti più innovativi del secondo Novecento, tra cui Yves Klein, Jean Tinguely, Hundertwasser ed Emilio Vedova. La fotografa li ritrae al lavoro o nei loro atalier, e realizza alcuni scatti emblematici come, ad esempio, quelli di Yves Klein, nel suo studio vestito da judoka o in posa davanti alle sue Antropometrie. Tra gli artisti e le artiste ritratte da Rocher troviamo inoltre alcuni tra i maggiori esponenti della prima avanguardia: Sonia Delaunay, Meret Oppenheim, Alberto Giacometti, André Breton, Oskar Kokoschka, Kees van Dongen. La mostra propone inoltre una selezione di cataloghi e materiali a stampa che documentano la circolazione pubblica di queste immagini. Completano l’esposizione alcune fotografie di carta privato, appartenenti all’archivio della fotografia, insieme a vedute urbane di Parigi, altro soggetto ricorrente nella produzione di Rocher.

La mostra intende riscoprire e valorizzare il lavoro di una fotografia rimasta ai margini della storiografia, al fine di gettare luce sul ruolo delle donne nella cultura fotografica italiana. L’alta qualità dei ritratti esposti al Museo laboratorio di arte contemporanea dimostra infatti come l’attività fotografica di Rocher nasca, al pari di quella di autori della sua generazione come Mario Dondero o Ugo Mulas, dalla familiarità con gli artisti e da un’approfondita conoscenza dell’arte d’avanguardia. Il cono d’ombra caduto sull’opera ci porta a riflettere sulle difficoltà incontrate dalle fotografe per affermarsi come professioniste entro un contesto socio-culturale sessista e sulla necessità di ridefinire e allargare il canone della storia della fotografia.

La mostra inaugurata nella giornata di ieri, sarà visitabile fino al 18 febbraio 2024 e rimarrà chiusa per un evento privato l’1 e il 2 febbraio.