Venerdì 22 settembre, all’interno della cornice dell’ex Mattatoio di Roma, si è conclusa la rassegna LineUp! del Roma Europa Festival, la kermesse dal respiro internazionale che vede Roma al centro di oltre due mesi di eventi dedicati alla musica, al teatro e alle arti performative. La sezione curata da Giulia di Giovanni e Matteo Antonaci si pone come obiettivo il fotografare l’attuale panorama pop nostrano, scisso tra la ricerca di linguaggi estremamente personali e, al contempo, uno slancio verso matrici sonore esterofile. Ad aprire le tre serate di questa rassegna, inoltre, è il format ideato da Treccani dal titolo Le Parole delle Canzoni che consiste in altrettanti panel in cui artisti quali Rancore, Dente e Ditonellapiaga dialogano con intellettuali e scrittori e scrittrici del calibro di Chiara Valerio, Ilaria Gaspari e Matteo Trevisani.
La tre giorni inaugurata col concerto de La Niña, proseguita attraverso gli echi sperimentali dell’artista targata Tanca Records di IOSONOUNCANE Daniela Pes, vincitrice della targa Tenco come migliore opera prima del 2023, e Vieri Cervelli Montel, culmina con due accoppiate vincenti. La prima vede giustapporre il pop distopico e metropolitano di Miglio alla ricerca sonora di stampo hyperpop del veneto Rareș, impegnato a promuovere il suo secondo album in studio dal titolo Femmina. La seconda, invece, vede accostate due artiste e cantautrici: stiamo parlando di Marta Tenaglia e di Whitemary.
La musicista milanese apre le danze dell’ultimo appuntamento giornaliero con un pop raffinato e moderno che si pone tra i solchi già esplorati da altre compositrici della scena italiana quali Ginevra, Laila Al Habash e la sopracitata Ditonellapiaga. Il suo primo album in studio, Guarda Dove Vai, è uscito l’anno scorso, mentre il suo ultimo singolo Redemption/Incendio, delicato come una carezza vellutata ma ricco di texture elettroniche, è appena stato rilasciato su tutte le piattaforme. Il set scivola veloce tra brani estratti dalla prima prova sulla lunga distanza, quali Bonsai (canzone concepita come un mantra) e Sono Oceano, un paio di inediti come Allodole e Peccato e due coinvolgenti cover, tra cui spicca Fuck It di Eamon. La cantautrice, scherzando, afferma che i suoi brani si dividono in due categorie: quelli “zarri”, caratterizzati da un vibe più scanzonato, e quelli tristi ed introspettivi, eseguiti per la maggior parte solamente da voce e piano. Le liriche di Marta Tenaglia vengono sorrette da un’ottima live band composta da un batterista e da un chitarrista che si destreggia anche coi sintetizzatori, dando vita ad un amalgama sonora vibrante e con personalità. L’atmosfera è elettrica ed è ormai tutto pronto per il live di Whitemary.
Pseudonimo di Biancamaria Scoccia, la musicista classe 1993 si laurea in canto jazz al Saint Louis di Roma per poi trovare la propria vocazione nella musica elettronica fatta di incessanti casse dritte e synth modulari da manipolare. All’attivo un album, Radio Whitemary, un ottimo debutto in cui la musicista mette in mostra tutte le sue doti da produttrice e da guru della sintesi, ed un altro già in programma. La sala dell’ex Mattatoio si trasforma presto in un gioioso rave party in cui la frontwoman salta, canta e si alterna alle varie macchine che la circondano. Ad assisterla altri due musicisti che, questa volta, si dividono tra basso, sintetizzatori e batterie elettroniche. Il disco di debutto della producer abruzzese trapiantata a Roma viene eseguito in quasi tutta la sua totalità, alternando i pezzi che sfociano in lunghi tunnel techno come Disco Bisco e Numeri e Basta, ad altri in cui si nota maggiormente l’attitudine pop come Niente di Regolare e Credo che tra un po’. A rendere ancora più immersiva l’esibizione ci pensano anche i visuals proiettati alle spalle dei musicisti con la loro estetica colorata, ripresi anche dalle decorazioni che molti presenti sfoggiano sulle t-shirt, applicate in maniera totalmente DIY da Whitemary nelle ore precedenti al concerto. Nell’undicesimo brano del disco la musicista afferma di “sentirsi leggera” ed è proprio questa la sensazione che si prova al suo live. Il corpo si muove trascinato dai sinuosi sub bass e la mente si libera dalle preoccupazioni delle routine quotidiana. Lasciandosi andare al rituale collettivo abilmente orchestrato da Biancamaria e dai suoi fidati sintetizzatori.