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MASTER IN ISTITUZIONI PARLAMENTARI “MARIO GALIZIA” PER CONSULENTI D’ASSEMBLEA

Il 15 febbraio 2023, presso la facoltà di Scienze Politiche dell’università La Sapienza di Roma, si è tenuta la presentazione del libro “L’inquilino. Da Monti a Meloni: indagine sulla crisi del sistema politico” di Lucia Annunziata e l’inaugurazione della XXI edizione del Master in Istituzioni parlamentari “Mario Galizia” per consulenti d’Assemblea.
Ha esordito Giulia Caravale, direttrice del master, la quale ha presentato il libro “L’inquilino. Da Monti a Meloni: indagine sulla cirsi del sistema politico” di Lucia Annunziata, definendolo un lavoro di storia politica basato sulle interviste e gli avvenimenti dei protagonisti della recente storia politica italiana, che invita a riflettere sul momento di crisi di governo, evidenziando le criticità e le disfunzionalità del sistema politico. In particolare prende in esame il decennio che parte dall’ascesa a Palazzo Chigi di degli inquilini “tecnici”, ossia provvisori, analizza poi il ruolo del Parlamento, sempre più marginale nelle sue funzioni, il ruolo dei Presidenti della Repubblica, che hanno un ruolo salvifico, nonché l’annessa debolezza sempre maggiore dei partiti.
Segue dunque Fulco Lanchester, costituzionalista e saggista italiano, che parla della tesi principale del libro “L’inquilino. Da Monti a Meloni: indagine sulla cirsi del sistema politico” di Lucia Annunziata. Qui l’autrice analizza la crisi della seconda parte del governo italiano, da Monti a Draghi, attraverso un esame del bipolarismo di governo e della transizione tecnico-politica avvenuta sotto gli organi di garanzia, con un’alternanza di governi tecnico-politici, dominati dall’incertezza e con poche capacità di incisione sull’indirizzo politico. Tutto ciò avviene attraverso un’indagine condotta attraverso fonti e strumenti, prime tra tutte le interviste ai principali stake holders del sistema politico.
Questo si trova in una linea di continuità con il primo volume pubblicato nel 2007 “1997. L’ultima foto di famiglia” di Lucia Annunziata, che parla dell’involuzione che ha impedito il superamento del bipolarismo imperfetto e ha favorito il compromesso storico, di cui parla Berlinguer.
È intervenuto poi Gaetano Azzariti, docente di diritto costituzionale all’università La Sapienza di Roma, il quale ha affermato che il decennio analizzato è caratterizzato dall’emarginazione del Parlamento, vittima del governo carnefice, e da un’opera di supplenza maggiore da parte del Presidente della Repubblica con accanto la Corte Costituzionale. In particolare si è soffermato su due punti delle tesi politico-costituzionali sostenute nel libro: il primo consiste nella funzione della tecnica di supplenza rispetto alla politica, sul quale il docente si è dimostrato concorde; l’altro consiste nel sostenere che i governi che si sono succeduti sono stati retti da leader non eletti direttamente dal Parlamento, sul quale il docente invece ha dissentito. Infatti è spesso capitato in passato che sia prevalso un indirizzo della forma di governo non conforme a quello della maggioranza. Inoltre il docente ha sostenuto che la distinzione tra tecnica e politica è molto friabile: premettendo la considerazione della doppia autorevolezza di entrambe, bisogna infatti considerare che la politica ha il problema del consenso, che rappresenta un suo limite, diversamente dalla tecnica, che invece non lo ha. Ha concluso ponendo l’accento sul problema dell’omologazione degli indirizzi politici, che ha portato alla conseguenza di far fare politica a dei tecnici.
Quindi Stefano Ceccanti, costituzionalista e politico italiano (deputato alla Camera per il Partito Democratico 2018-2022 e senatore della Repubblica 2008-2013), è intervenuto soffermandosi innanzitutto sul problema delle tre componenti di consenso, potere e responsabilità, le quali sono messe in discussione in Italia. In particolare ciò è dovuto al fatto che la legittimazione popolare fa parte della fisiologia del sistema politico italiano. Ha seguitato poi confrontando il fatto che in passato non era presente un grande scarto tra equilibrio e voto, dunque le coalizioni politiche erano prevedibili; adesso invece questo scarto è aumentato e comporta quindi un conseguente rapporto scisso tra cittadini e politica. Ha concluso concordando con la concezione della supplenza del Presidenza della Repubblica, vista come l’effetto e non la causa del cattivo funzionamento del sistema dei partiti, come sostenuto da Giuliano Amato.
Poi Enzo Cheli, giurista e costituzionalista italiano, ha definito questa una fase turbolenta della storia politica italiana, che ha determinato delle anomalie costituzionali, tra cui fondamentale è quella di aver avuto 4 governi guidati da persone “inquiline”, ossia non legittimate pienamente da una selezione di tipo democratico. Distingue quindi tre fasi:
-la prima fase della repubblica dei partiti;
-la seconda fase, che ha visto 20 anni di tentativi di stabilizzare il sistema politico, attraverso riforme elettorali e costituzionali per ricostruire un sistema bipolare;
-la terza fase, che ha visto fallita la prospettiva bipolare e un’accentuazione della frammentazione della coalizione del sistema politico.
Tutto ciò è descritto nel libro ed è utile per capire il passato e valutare il futuro, partendo dalla distinzione tra la crisi del sistema politico e le condizioni di funzionalità dell’impianto costituzionale, che invece ha sempre funzionato e continua a funzionare. Infatti è stato mantenuto il sostanziale equilibrio tra i diversi poteri, grazie all’azione efficiente dei poteri garanti e del potere giudiziario in difesa dei diritti fondamentali. Dunque bisogna considerare l’ultimo decennio come un default politico, non costituzionale e indirizzare gli interventi verso la prassi del sistema politico, sulla base di un impianto costituzionale funzionante.
Quindi Sandro Guerrieri, professore ordinario di Storia delle Istituzioni Politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’università La Sapienza di Roma, si è soffermato sul ruolo centrale nel processo preso in esame dal 2010 svolto dall’Unione Europea. Infatti la crisi del sistema politico italiano va inserita nella crisi più ampia dell’Unione Europea. Nel passaggio dal governo Berlusconi al governo Monti, l’Unione Europea ha imposto un vincolo esterno che ha obbligato l’Italia a riordinare la politica nazionale. L’Unione Europea è sempre stata considerata come un organo positivo, che secondo il presidente della BCE aiuta e limita i nostri errori. Tuttavia in quella situazione si presentava non solo il problema di attenersi al vincolo ma, a causa della crisi economica del 2008, era in gioco anche la tenuta della politica economica-monetaria dell’Unione Europea stessa. In questa situazione vi è stata senza dubbio un’azione inadeguata da parte dell’Unione Europea, la quale non era in grado di affrontare la crisi ed è arrivata a inviare attraverso la BCE una lettera riservata a Berlusconi, imponendo delle linee perentorie di politica economico-monetaria in supplenza dell’assenza di strumenti giusti per affrontare la crisi. Poiché il governo Berlusconi non è stato in grado di fronteggiare la situazione, è stato necessario l’intervento del Quirinale, quindi il Presidente della Repubblica è diventato l’unico garante dell’aggancio italiano all’Unione Europea. Ciò ha comportato l’introduzione del concetto di Europeismo, che è diventato uno dei valori fondamentali della Repubblica italiana nella Costituzione e ha esteso quindi la funzione di garanzia anche all’Unione Europea. Si sono create però una serie di problematiche causate dalla crisi europea che si è riflettuta in Italia, cosa che ha causato un euroscetticismo, che si è manifestato negli stessi piani politici ed elettorali più recenti.
Dunque Cesare Mirabelli, giurista italiano, presidente della Corte Costituzionale da febbraio a novembre 2000 e attualmente Consigliere generale della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano, ha sottolineato dal punto di vista metodologico l’importanza delle testimonianze riportate dall’autrice, che non vanno viste come semplici interviste ma come documenti orali che gli storici cercano di raccogliere affinché non arrivino a perdersi nel tempo.
Poi Lucia Annunziata, scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva italiana, ha affermato che, poiché il sistema politico è disgregato, anche le istituzioni lo sono in riflesso. Perciò, quando alcuni poteri si indeboliscono, il potere del Presidente della Repubblica si allarga esponenzialmente, cosa inaccettabile dal punto di vista del funzionamento delle istituzioni poiché comporta la rovina dei processi decisionali e del rapporto con i cittadini.
In pochi anni è evidente come il sistema politico oscilla continuamente con le elezioni da parte dei cittadini, che comporta una decisa rottura tra i due e una conseguente situazione di non governabilità per il Parlamento.
Inoltre è importante considerare l’elemento personale politico, che insieme alla mancanza di struttura del sistema politico, porta alla prevalenza di motivazioni personali e alla difesa delle stesse nei partiti, causando la formazione di gruppi di potere molto piccoli e poco controllati.