Il 1 Febbraio, si è svolta la seconda puntata della Masterclass di “Culturale Hope”, ovvero una raccolta di 6 Masterclass con ospiti d’eccezione. Questa iniziativa è stata fortemente voluta dalla collaborazione tra il festival cinematografico “Alice nella Città” e l’associazione “Every Child Is My Child Onlus”.
Il progetto è stato sviluppato per inviare un messaggio alle nuove generazioni, incentrato sul riscatto attraverso la cultura, il cinema e lo sport.
Nella seconda puntata di Masterclass, l’ospite speciale è stata Veronica Yoko Plebani: canoista, snowboarder e triatleta italiana paraolimpica, medagliata in Coppa del Mondo, agli Europei e alle Olimpiadi di Tokyo 2020 di Paratriathlon.
La vita di Veronica è stata riprodotta attraverso un film documentario dal titolo “Corpo a Corpo” prodotto da Maria Iovine. Nel film viene raccontata la quotidianità di Veronica e quindi la vita di una ragazza dei nostri tempi.
Il documentario è stato fonte di spunti e domande che sono state rivolte all’ospite. Attraverso queste domande abbiamo avuto modo di conoscerla.
La vita di Veronica, subisce un brusco cambiamento all’età di 15 anni(nel 2011), per colpa di una meningite batterica. Questa malattia la porta a perdere le falangi delle mani e dei piedi.
Veronica, ha cercato di riprendere in mano la sua vita, grazie anche all’aiuto della sua famiglia che l’ha aiutata ad andare avanti.
L’evento che simboleggia la rinascita di Veronica è la maratona di New York dove, accompagnata dal padre maratoneta, viene spinta in sedia a rotelle durante la gara, per poi arrivare a tagliare il traguardo sulle sue gambe.
Veronica si è rialzata e ha affrontato le difficoltà che la vita gli ha messo davanti. Attraverso queste difficoltà, ha compreso che la sofferenza l’avrebbe portata ad ottenere diverse soddisfazioni, diventando così una sorta di dipendenza per raggiungere determinate emozioni.
Di solito gli atleti hanno delle figure di riferimento molto importanti che servono da stimolo e ispirazione. Abbiamo chiesto a Veronica quale fosse la sua ispirazione, rimanendo colpiti dalla sua risposta: “Non ho un atleta di riferimento ma la mia fonte di ispirazione è la forza e la tenacia che hanno ragazze e ragazzi, come quelli dell’associazione Art4sport Association di Bebe Vio“.
Questi ragazzi, come Veronica hanno dovuto superare gli ostacoli che la vita gli ha messo davanti, rialzandosi ogni volta.
Le difficoltà per Veronica sono state molte. Una delle sfide più grandi che gli si è posta davanti è stata quella di cercare di far dimenticare alle persone la differenza tra uomo e donna nel mondo dello sport. Veronica si è impegnata molto per essere considerata come atleta e non come donna. Un’atleta ha cha superato gli ostacoli e ha raggiunto i propri obiettivi. Ma gli obiettivi di Veronica non sono finiti qui.
Come raccontato nel film documentario, Veronica non è solo un’atleta ma è una ragazza, una donna che vive la sua quotidianità. Prendendo spunto da questo, gli abbiamo domandato quali fossero i suoi obiettivi al di fuori del mondo dello sport. La sua risposta è stata quella di una qualsiasi ragazza di venticinque anni ovvero concentrarsi nel finire la laurea Magistrale. Quello che però ci ha sorpreso è il percorso umano che Veronica continua a fare, essendo sempre aperta a nuove esperienze, sia nella vita che nello sport.
La Masterclass è poi finita con un messaggio di Veronica che ci sprona a credere sempre in noi stessi e ad andare avanti, trasmettendoci e mostrandoci la sua semplicità, spontaneità ma soprattutto la sua grinta.