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Mostra “Ucraina: Storie di Resistenza” al MAXXI: Un Viaggio Fotografico nella Realtà della Guerra

Dal 23 febbraio all’11 marzo 2024, Roma ospita una straordinaria esposizione che porta i visitatori nel cuore della guerra in Ucraina. La mostra “Ucraina: Storie di Resistenza” al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo presenta una selezione di potenti fotografie catturate da Arianna Arcara, Mykhaylo Palinchak, Rafal Milach e Sandra Schildwächter, quattro fotografi di talento che hanno collaborato per portare alla luce le storie toccanti e gli impatti devastanti del conflitto in corso.

L’International Visitor Leadership Program (IVLP), promosso dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America, ha svolto un ruolo chiave nell’organizzazione di questa mostra, offrendo una piattaforma per esporre il lavoro di giovani leader internazionali. Questi quattro fotografi, selezionati per il loro impegno e la loro sensibilità artistica, hanno inizialmente collaborato nel 2021 per documentare le conseguenze sociali della pandemia di COVID-19 nel mondo intero.

Tuttavia, il loro coinvolgimento nel progetto “A Global Moment in Time” è stato solo l’inizio di un viaggio più ampio. Dopo essere diventati IVLP Alumni, sono stati richiamati per concentrarsi sulle storie di resistenza in Ucraina, con l’obiettivo di trasmettere al mondo l’impatto umano della guerra e la forza del popolo ucraino nel resistere all’oppressione.

La mostra offre un percorso fotografico che spazia dalle rovine dei palazzi nel Donetsk alla regione di Kharkiv, dai rifugi di Kiev al confine polacco-ucraino a Leopoli. Le immagini catturate dai quattro fotografi documentano i momenti di quotidianità interrotti dal conflitto, mostrando civili che si preparano ad affrontare la guerra, ma anche momenti di solidarietà e speranza, come i volontari che preparano pasti caldi per soldati, medici e giornalisti.

In un momento in cui il mondo è sempre più segnato da disinformazione e propaganda, la mostra “Ucraina: Storie di Resistenza” offre una nuova occasione per riflettere sulle cause e le conseguenze del conflitto. Attraverso la narrazione fotografica, i visitatori sono invitati a esplorare le esperienze personali dei civili ucraini e a comprendere meglio la complessità della situazione.

Abbiamo avuto l’onore di intervistare Arianna Arcara, una delle fotografe coinvolte nella mostra, per approfondire il suo approccio creativo e il significato dietro le sue fotografie.

Arcara ha condiviso il suo approccio emotivo alla documentazione della guerra in Ucraina, sottolineando l’importanza di catturare non solo le immagini dei paesaggi devastati, ma anche le storie e le emozioni delle persone che vi vivono. Ha descritto il suo lavoro come un tentativo di trasmettere l’intimità e il trauma vissuti dalla popolazione ucraina, evidenziando il legame indissolubile tra le immagini dei paesaggi e quelle delle persone.

Tra le numerose storie raccolte, Arcara ha condiviso un momento toccante vissuto da Dasha, una giovane ucraina che ha vissuto l’orrore dell’occupazione russa e la minaccia di essere deportata in Russia con la sua famiglia. Questa testimonianza personale rappresenta una delle tante esperienze dolorose vissute dai civili ucraini, che Arcara ha cercato di portare alla luce attraverso il suo lavoro.

Nel corso del suo viaggio di documentazione, Arcara ha lavorato in modo autonomo, catturando le storie e le immagini dei civili che fuggivano dai territori colpiti dalla guerra. Il suo lavoro si è concentrato sull’esplorare l’intimità dei momenti vissuti dai protagonisti della guerra, evidenziando la loro forza e la loro resilienza di fronte all’oppressione.

Infine, Arcara ha sottolineato che la sua visione del conflitto è stata influenzata principalmente dalla perdita di un collega fotografo, Andy Rocchelli, ucciso in Ucraina nel 2014 mentre documentava il conflitto nel Donbass. Questo tragico evento ha dato avvio al suo viaggio di documentazione, che si è evoluto nel corso del tempo grazie ai contatti diretti con i civili ucraini e alla creazione di una sua visione personale del conflitto.

l’intervista con Arianna Arcara, abbiamo avuto l’opportunità di scoprire una delle testimonianze più toccanti della mostra. Arcara ha condiviso con noi il racconto di Dasha, una giovane ucraina che ha vissuto l’orrore dell’occupazione russa e la minaccia costante di essere deportata in Russia insieme alla sua famiglia. Durante il periodo dell’occupazione, i russi terrorizzavano la popolazione locale con messaggi minatori, costringendoli a evacuare con promesse di sicurezza e denaro. I genitori di Dasha, preoccupati per la sicurezza dei loro figli, li portarono dalla nonna, sperando di proteggerli. Tuttavia, anche lì non erano al sicuro, poiché gli assistenti sociali russi cercavano di deportarli, non riconoscendo l’autorità della nonna senza documenti ufficiali. La loro situazione era disperata, ma fortunatamente, attraverso la determinazione e la rete di supporto, sono riusciti a evitare la deportazione e a riunirsi con i loro genitori in un momento di grande emozione e sollievo. Questa testimonianza personale di Dasha rappresenta solo una delle molte storie di sofferenza e speranza vissute dai civili ucraini, che Arcara ha cercato di catturare attraverso il suo lavoro fotografico.

La mostra “Ucraina: Storie di Resistenza” offre uno sguardo intimo e commovente sulla realtà della guerra e sulla straordinaria resilienza del popolo ucraino. Attraverso le potenti immagini e le toccanti testimonianze raccolte dai fotografi, i visitatori sono invitati a riflettere sulle cause e sulle conseguenze del conflitto e sull’importanza della narrazione visiva in un’epoca segnata da disinformazione e propaganda.

Intervista alla fotografa Arianna Arcara: