Presentata durante Alice nella Città il 19 settembre 2024, la serie tv “Never Too Late” ci catapulta in un futuro distopico nel 2046, dove il pianeta soffre per i livelli allarmanti di anidride carbonica e la carenza di ossigeno. In questo scenario, le Milizie Verdi detengono il potere e hanno imposto un isolamento totale dalla natura per poterla “curare”. La serie, ambientata a Nur in Sardegna, si svolge intorno a una delle poche foreste rimaste, protetta da un muro invalicabile e sorvegliata da droni.
I protagonisti della storia sono cinque adolescenti che, cresciuti senza mai avere toccato un albero o fatto un bagno al mare, decidono di violare il divieto per scoprire la verità sulla scomparsa dei loro genitori. La loro sfida va oltre il semplice desiderio di ribellione: è una lotta per riconquistare il proprio futuro, perché, come suggerisce il titolo della serie, “non è mai troppo tardi” per cambiare il mondo.
Il cast vede tra i protagonisti Roberto Nocchi e Arianna Becheroni, entrambi piacevoli
nelle loro interpretazioni, con una chimica palpabile che cattura lo spettatore sin dalle prime scene.
Rimandi a un Futuro Distopico Famoso
La prima puntata di “Never Too Late” presenta un chiaro rimando a un altro celebre futuro distopico: quello di “Hunger Games”. Proprio come Katniss e Gale, costretti a vivere sotto un regime oppressivo, i protagonisti di questa serie propongono di rifugiarsi nella foresta, sfidando l’autorità delle Milizie Verdi. Questa scelta di sfida e ribellione alla dittatura ecologica non solo rende omaggio al film, ma sottolinea la disperazione e il coraggio dei giovani personaggi.
Il Declino dei Valori e il Dramma Umano
La serie, oltre alla lotta ambientale, esplora anche il declino dei valori morali e sociali. L’incattivimento dei genitori nel lottare per la custodia dei figli è uno dei temi centrali, tanto che fa sospettare che proprio queste dinamiche familiari possano essere alla base della scomparsa di uno dei personaggi principali. In una scena potente, un’anziana afferma: “Gli ex sono i peggiori”, chiaro riferimento alla piaga del femminicidio, che affiora come sottotesto nel dramma familiare.
Le relazioni tra i giovani protagonisti sono un altro punto focale della serie: amicizie e amori volatili si intrecciano con gelosie e tensioni continue, creando un affresco realistico delle dinamiche adolescenziali in un mondo in decadenza. La narrazione riesce a bilanciare bene il dramma personale con quello collettivo, offrendo uno sguardo profondo sulle sfide che i giovani affrontano in un contesto ostile e incerto.
Un’impeccabile Cura Visiva
Il lavoro delle costumiste merita una menzione speciale, con dettagli che arricchiscono ulteriormente la narrazione. Emblematica è la maglietta della Becheroni, decorata con il disegno di un pesce, mentre è costretta a mangiare cavallette fritte – un simbolo potente del contrasto tra ciò che il mondo era e ciò che è diventato. Inoltre, la fotografia è straordinaria: le immagini della Sardegna selvaggia sono suggestive, catturando la bellezza incontaminata della natura, e rafforzano il messaggio ecologista della serie. La luce naturale e le riprese aeree della foresta rendono omaggio al paesaggio sardo, coinvolgendo lo spettatore e stimolandolo a riflettere sull’urgenza di proteggere l’ambiente.
Conclusione
Le prime due puntate di “Never Too Late” pongono le basi per una serie che mescola distopia, ecologia e dramma umano in modo avvincente. Con un cast promettente, la regia attenta di Lorenzo Vignolo e Salvatore de Chirico e una fotografia mozzafiato, la serie riesce a catturare l’immaginario del pubblico e a stimolare riflessioni profonde. Il messaggio è chiaro: non è mai troppo tardi per cambiare il mondo, ma bisogna essere pronti a lottare per un futuro migliore.
Articolo a cura di Lucia La Paglia