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Nickel Boys, un viaggio onirico nell’America della Segregazione razziale

Fonte: Boulder Weekly

La rassegna di Alice nella Città si è aperta con la proiezione di Nickel Boys, opera diretta da RaMell Ross che si ispira deliberatamente all’omonimo romanzo di Colson Whitehead, insignito del Premio Pulitzer nel 2020.

Ci troviamo a Tallahassee, primi anni Sessanta, l’uso della soggettiva immerge fin da subito lo spettatore nell’America dell’attivismo per i diritti civili degli Afroamericani, osservato e vissuto attraverso gli occhi del protagonista del racconto.
Elwood Curtis, liceale afroamericano dall’ottimo rendimento, viene accettato presso un prestigioso College che può garantirgli un futuro promettente. Il sogno viene infranto quando per un malinteso si ritrova ad accettare un passaggio da uno sconosciuto che, per sua sfortuna, è un ladro di auto.
A questo punto l’occhio di Elwood si sposta sulle violenze perpetrate all’interno della Nickel Academy, il riformatorio giovanile dove il protagonista è obbligato a scontare la sua pena.

Varcata questa soglia inizia un viaggio tanto onirico quanto crudo e realista, che si esprime attraverso due punti di vista alternati: quello di El, nel quale abbiamo imparato ad identificarci fin dall’inizio e quello di Turner, un ragazzo cinico con il quale il protagonista lega e che lo aiuterà a tirare avanti in un luogo così difficile.
RaMell Ross propone un viaggio totalmente immersivo per lo spettatore tramite l’uso del montaggio, disseminando nella narrazione spunti e suggestioni audiovisive: i discorsi di Martin Luther King emessi da televisioni a tubo catodico nella vetrina di un negozio, le immagini di repertorio della missione Apollo 8 e l’analogia tra il trasferimento del protagonista verso la Nickel e quello dei due detenuti nel cult movie “The Defiant Ones”, dove Sidney Poitier, attore simbolo della lotta per i diritti civili afroamericani esplode in un solenne ma doloroso canto blues.

L’immaginario già di per sé nitido che ci viene presentato si mischia poi con la cronaca reale più nera, quando un salto temporale ci porta alla contemporaneità e al caso della Dozier School for Boys in Florida, dove alcuni scavi archeologici portano alla luce una tomba comune al cui interno vengono ritrovati 81 corpi appartenuti a ragazzi detenuti.

Nickel Boys è quindi un film che non si limita a mostrare la crudezza di uno dei periodi più bui della storia Americana, bensì lascia spazio alla riflessione e ad una sorta di découpage onirico, dove la narrazione principale si intreccia con materiale archivistico e documentaristico vario, una dimensione dove ciò che l’occhio di Elwood vede si trasforma in memoria storico-collettiva.