A meno di un mese dalla tragedia di Manchester, la 23enne pop Ariana Grande continua il suo ‘ Dangerous Woman’ tour e riempie il Palalottomatica di Roma con un tutto esaurito per la prima tappa italiana. La paura non ha certo fermato il pubblico di Roma: bambini accompagnati da genitori che spesso per farli contenti indossavano le fasce con il nome della cantante, una valanga di adolescenti, soprattutto ragazze arrivate con poster colorati e i cerchietti con le orecchie da coniglietto per un’atmosfera da festa in un concerto nel quale l’energia è schizzata subito a mille con canzoni come ‘Be alright’, ‘Bad decisions’ o l’emozionante ‘One last time’. Dal primo brano in poi nel palazzetto è scattato un karaoke collettivo e i telefonini hanno continuato a riprendere la performer che ha unito le sue capacità vocali alle coreografie con i ballerini.
Nessuno ha avuto paura, non c’è stato l'”effetto Manchester”: le famiglie al completo erano molte, ancor di più i papà in attesa all’esterno e tantissime le coppie per il perfetto concerto “mamma e figlia”. Nessuno ha rinunciato ad andare a vedere e ascoltare la star americana, amatissima dalle giovani generazioni. Quindi un’ora e mezza di gioia e allegria, di musica e selfie, di torce dei cellulari accese nei momenti clou, di balli e canti, di divertimento e urla, iniziate poco dopo le 21 e concluse poco dopo le 22,30, senza tensioni o problemi. Si può dire, quindi, che il primo concerto italiano della popstar americana sia filato liscio come l’olio: sono state allestite misure di sicurezza speciali con controlli molto accurati alle antrate fatti anche con il metal detector e il divieto di introdurre zaini e borse grandi, lattine, bottiglie, ombrelli, tablet, videocamere e altri oggetti ‘atti a offendere’ come coltelli od altri oggetti a punta per quello che è stato definito un ‘concerto blindato’.
Grande successo quindi per la cantante che si è dimostrata molto brava, con una voce spettacolare, un’intonazione quasi incredibile, potenza e garbo nel regalare le canzoni, magari in maniera un po’ troppo standardizzata ma circondata da un amore incontenibile, quello di valanghe di adolescenti che stravedono per lei e il suo pop. Un difetto? Poco comunicativa, ma stiamo parlando di una giovanissima diva pop, e la mancanza di discorsi potrebbe addirittura essere un pregio dello show. Si può dire allora poco “calore”: la Grande si lascia andare pochissimo, si controlla, sa quando ammiccare, dove guardare, come e quando chiedere al pubblico di sostenerla, si tocca ossessivamente i capelli sistemandoli ora dietro le spalle ora davanti, in cerca di un’ impossibile perfezione dell’immagine. Ma ogni tanto cede, e la voce prende il sopravvento, dimentica i capelli e canta, con energia e passione degne della migliore star mondiale, della quale sembra volentieri seguire le orme.
Agnese Maria Cannizzaro