L’emergenza sanitaria e il lockdown imposto dal Governo per evitare la diffusione dell’epidemia e dei contagi ha reso necessario l’introduzione di differenti soluzioni lavorative che consentissero ai moltissimi lavoratori italiani di continuare a svolgere le proprie mansioni senza dover lasciare la propria abitazione, tra queste proposte quella che maggiormente adottata ed efficace è stata lo smart working.
Con questo termine si fa riferimento al cosiddetto “lavoro agile,” ad una attività lavorativa subordinata svolta mediante l’uso di strumenti tecnologici e per questo caratterizzata da flessibilità spaziale e temporale.
Scopriamo insieme quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa “nuova” modalità lavorativa
Nel modello lavorativo italiano è radicata la convinzione che per svolgere il lavoro in modo efficace e di produttivo è necessario recarsi sul luogo di lavoro, rispettare orari prestabiliti e compiti precisi. Lo smart working invece ha dimostrato il contrario. Tra i suoi principali vantaggi troviamo maggiore autonomia di gestire meglio la vita e l’attività lavorativa, il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale, la maggiore integrazione delle persone con mobilità ridotta resa possibile dall’assenza di barriere architettoniche e non da ultimo il notevole risparmio di tempo e denaro tanto per le aziende che per i lavoratori.
Numerose ricerche, tra cui quella realizzata dall’Osservatorio del Lavoro Agile del Politecnico di Milano hanno dimostrato che questa modalità lavorativa, ha aumentato in modo considerevole la produttività, addirittura del 15% per lavoratore.
Tra i pochi svantaggi dello smart working è possibile riscontrare il necessario possesso di device digitali e diversi pericoli relativi alla sicurezza ed alla privacy digitale; al fine di evitare perdite di dati sensibili e violazioni della privacy del lavoratore e dell’azienda stessa questa deve necessariamente garantire procedure di sicurezza informatica.
L’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura di scuole e università ha reso necessaria l’introduzione della didattica a distanza. A differenza di quanto riscontrato in ambito lavorativo nel mondo accademico e scolastico ci sono state numerose difficoltà riscontrate sia dai docenti che dagli studenti; principali problemi hanno riguardato l’assenza di idonee attrezzature all’interno delle abitazioni e l’impossibilità per le famiglie più povere di acquistarle e la tardiva attivazione dei servizi telematici.
La sperimentazione obbligatoria di questa nuova forma lavorativa ha permesso alle aziende, ai lavoratori e agli studenti italiani di scoprire e sfruttare benefici e vantaggi del lavoro e studio a distanza ed in molti sperano che la situazione attuale possa divenire un incentivo e una spinta per attuare concretamente l’integrazione del digitale nel mondo lavorativo e nello studio.