RadioSapienza e Cinemonitor alla Festa di Roma con Alice nella Città
Nella 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma – nella sezione Best of 2023 – è stato presentato il nuovo film del registra spagnolo Paul B. Preciado “Orlando, ma biographie politique2, già vincitore di numerosi premi e menzioni come il Premio della giuria “Encounter” e dei lettori di Der Tagesspiegel al Festival di Berlino e la Menzione speciale al Jerusalem Film Festival.
Orlando, ma biographie politique: il percorso verso la liberazione del proprio sé e il raggiungimento della propria identità
Il film – come il romanzo Orlando di Virginia Woolf, da cui è tratto – appare un manifesto politico di lotta per i diritti della comunità Lgbtqi+, in particolare delle persone transgender o trans.
Le parole “Io sono Orlando di Virginia Woolf” è la frase emblema tramite la quale i protagonisti non soltanto assumono le vesti di Orlando, ma decretano un atto politico in relazione all’esperienza di vita personale. Infatti, come anche avviene nel romanzo, l’intreccio narrativo si alimenta attraverso l’immersione costante nelle istanze psichiche dei personaggi.
La storia di Orlando, i suoi sentimenti ed emozioni diventano il fil de rouge che porta i 25 protagonisti come Amire, Christin, Clara, Emma, Pierre, Iris, Kori, Jerry, Naëlle, Nathan, Jerry, Tom (tuttə trans e non binarie, dagli 8 anni ai 70 anni) a raccontare le difficoltà e le complicazioni di essere trans e transgender nel XXI secolo. Con tale scopo, il turbinio di emozioni viene scandito da clip continui di narrazioni e storie parallele, che pian piano portano alla liberazione dei corpi e allo scardinamento dei concetti normativi di mascolinità e femminilità.
Il tema della disforia di genere, ossia la sensazione di malessere e di sofferenza nel dover incarnare un genere ingabbiato dal proprio sesso biologico, è centrale nel racconto. Il viaggio verso il cambiamento, la liberazione dell’Essere, il raggiungimento della piena consapevolezza di sé e della propria identità avviene tramite quattro fasi che inevitabilmente portano a quattro metamorfosi.
La prima rivoluzione è la poesia, metamorfosi più profonda, in cui (attraverso la forma scritta) il “sentire” rompe gli schemi metrici, facendo naufragare il soggetto nel dolce mare di pensieri. La seconda è l’amore, che può avvenire fin dalla giovane età, in cui i sentimenti – essendo impulsivi e liberi – non seguono uno schema dettato dal raziocinio e attivano nei protagonisti i primi processi di cambiamento e consapevolezza di sé stessi.
Nel racconto appare lampante come il sistema patriarcale e le sovrastrutture binarie della nostra società impediscono e frenano la fluidità del genere. La metamorfosi nella propria identità e del proprio sé non può essere circoscritta e incatenata da strutture basate su ruoli e modelli stereotipati del sesso.
Fin dalla nascita ad ogni essere umano viene assegnato un sesso e con esso anche un ruolo sociale che sarà costretto ad assumere per l’intera esistenza. In questo, il sogno e lo specchio (il primo come luogo-non luogo; il secondo come strumento) diventano l’espressione della legittima condizione di voler Essere. Difatti, il cambiamento di sesso – come anche viene sottolineato dai diversi personaggi – attua una mutazione del proprio futuro e non della propria personalità, poiché “Orlando è sempre stato una donna e non ha smesso di essere uomo”.
In questo percorso l’esilio (terza rivoluzione), ossia il completo distacco dalla realtà sociale dettata da fondamenti precostituiti culturalmente, è ciò che permette a Orlando e ai personaggi di ritrovare la propria identità. Ma, il vero cambiamento e l’effettiva acquisizione del proprio Essere avviene con l’assunzione degli ormoni, battezzati anche come Pharmaliberazione.
Tuttavia, come si evince in Orlando di Virginia Woolf e anche nelle storie dei primi transgender durante i primi decenni del 900, l’effettiva liberazione può avvenire soltanto tramite la metamorfosi culturale: l’ultima rivoluzione, ma anche la più difficile da raggiungere.
Quindi, tramite lo smascheramento e la decostruzione dei ruoli sociali preesistenti, Orlando, ma biographie politique sembra voler restituire il “power to the people”, dando voce e spazio a chi come Orlando è rimasto invisibile: “senza legge, senza documenti, senza genere”. Per questa ragione, la condizione di bambinə o quella in morte (rappresentata dal teschio) rappresentano iconicamente la libertà, poiché in quelle due fasi estreme della vita l’essere umano è libero da qualsiasi costrutto mentale e culturale.