Passando dalle parti del Colosseo, c’è un aspetto che cattura subito lo sguardo da un mese circa a questa parte: un enorme palco montato sulle fondamenta del Tempio di Elio Gabano nella Vigna Barberini sul Colle Palatino, location predisposta per il debutto della scorsa settimana del musical Divo Nerone-Opera Rock.
La folle figura dell’imperatore romano torna prorompente negli stessi luoghi in cui visse, in una performance che narra gli ultimi quattordici anni di vita di Nerone, personaggio variamente interpretato dagli storici moderni.
Il musical, che nel titolo si definisce “il più infuocato della storia”, di sicuro lo è stato per ciò che ha suscitato soprattutto per la sua location, ma anche per l’altissimo budget investito e per averlo etichettato “uno spettacolo per turisti”.
Testate giornalistiche, critici e appassionati lo hanno reso, a pochi giorni dall’anteprima andata in scena il 7 giugno, lo spettacolo delle polemiche.
Non vi è alcun dubbio sul fatto che si parli di una formazione sul palco davvero stellare: il musical vede un cast artistico di 26 tra ballerini e acrobati, 12 cantanti-attori a cui si accompagnano circa 100 professionisti operanti fra luci, macchine, effetti speciali ed apparecchiature di scena; spiccano i nomi di Dante Ferretti, tre volta Oscar alla scenografia, così come Francesca Lo Schiavo e Gabriella Pescucci, costumista anche lei con un Oscar alle spalle e per finire il pianista argentino Luis Bacalov.
”Mi sono sempre sentito un po’ simile a Nerone – racconta Franco Migliacci, autore del – Mio padre era molto severo, militaresco, di quelli che pretendono di dare ordini senza ascoltare i figli. Insomma, fino a che non sono scappato e ho iniziato a recitare, mi sentivo come avessi un’Agrippina per padre”.
Sulla pagina del sito dedicato allo spettacolo, lo definiscono qualcosa di estremamente innovativo, che ha alla base strategie imprenditoriali con lo scopo di valorizzare il grande patrimonio artistico italiano in tutto il mondo.
Ma purtroppo è proprio questo approccio così moderno che ha scatenato l’opinione pubblica sul versante delle critiche: Roma è la città eterna, e coloro che si sono schierati contro questo colossal non concepiscono questa accozzaglia di innovazione su di uno sfondo meraviglioso come quello del Palatino.
Per chi volesse curiosare, ecco il sito.
Ludovica Mora