Lunedì 9 maggio, presso il Centro Congressi d’Ateneo, si è svolta la giornata di studi “Parole e politiche di guerra”, organizzata dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e dalla Facoltà di Scienze politiche, sociologia e comunicazione. L’evento si è aperto con i saluti e i ringraziamenti di Arianna Punzi, preside della facoltà di Lettere e Filosofia, e di Tito Marci, preside della facoltà di Scienze politiche, sociologia e comunicazione. Entrambi hanno ribadito l’importanza e l’obiettivo dell’evento: mettere a fuoco un ragionamento su come raccontare la guerra e gli equilibri geopolitici variabili e complessi.
A seguire è intervenuto Carlo Bonini, vicedirettore del quotidiano la Repubblica, che ha sottolineato il ruolo fondamentale della narrazione in quanto “il racconto di guerra fa parte della guerra in sé, è uno degli elementi costitutivi per raccontare il conflitto”. Bonini ha fatto parlare i dati, descrivendo l’ecosistema informativo in cui viviamo caratterizzato da miliardi di utenti che ogni giorno utilizzano la rete e nello specifico tweet per scambiare informazioni. Ciò significa che il racconto di guerra viene narrato da chi vive i drammi del conflitto in prima persona come i militari o i semplici cittadini. In questo scenario esistono due narrazioni: la prima è quella russa, che ha come obiettivo mantenere la coesione del popolo attraverso metodi rigidi come la censura e la manipolazione; la seconda è quella ucraina, che non ha la preoccupazione di mantenere la coesione dei paesi alleati, ma cerca di parlare al cuore e alla testa del nemico. Qui i media cercano di fornire una bussola, dando un ordine tematico e verificando le fonti in reti ma soprattutto cercano di raccontare il conflitto separando il racconto dalla discussione sulle cause dei possibili sbocchi.
Dopo l’introduzione ha avuto luogo la prima sessione della giornata dal titolo “Dinamiche comunicative del conflitto ucraino”, coordinata da Alberto Marinelli, il quale ha posto l’accento sulla rinnovata centralità della comunicazione e ragionando sulla diversa efficacia delle strategie di Russia e Ucraina. Successivamente Marco Murini ha presentato la sua relazione sulla Russia come centrale di disinformazione, mettendo in luce come le campagne elettorali statunitensi siano state influenzate da attività russe tese a sovvertire il risultato elettorale e a disinformare l’opinione pubblica straniera. A seguire Alessandra Massa ha spiegato le rappresentazioni online dello spazio come interfacce del conflitto: il caso delle mappe digitali. ha chiuso la sessione Giuseppe Anzera con una relazione su comunicazione strategica, soft power e controinformazione nel conflitto ucraino.
La seconda sessione della giornata, dal titolo “Scenari di guerra”, è stata coordinata da Luigi Marinelli e ha visto la partecipazione di Stefano Tedeschi, Roberto Valle, Gabriele Natalizia e Giuseppe de Arcangelis.
L’evento ha cercato di analizzare la concezione odierna della guerra secondo il diritto internazionale, i cambiamenti nel modo di raccontare la guerra attraverso le parole e i significati che acquisiscono le parole che si riferiscono a eventi bellici.