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Parole in scena: l’arte del kōdan

È andato in scena Martedì 8 Novembre, presso il dipartimento ISOIstituto Italiano di Studi Orientali, il secondo dei quattro appuntamenti dedicati all’ arte declamatoria giapponese.

Un appuntamento, questo, dedicato in particolar modo ad uno dei generi principali e più diffusi della tradizione declamatoria e teatrale giapponese: il kōdan

Le narrazioni che fanno parte di questo genere sono soprattutto di carattere storico e i personaggi narrati sono spesso guerrieri e cavalieri che incarnano perfettamente i valori di lealtà e fedeltà. Inoltre, nelle performance di questa tipologia teatrale, la scena è occupata da un solo artista che deve esser capace di interpretare tutti i vari personaggi di un racconto. Tradizionalmente gli artisti declamatori erano solamente uomini, ma dagli anni 80 si è imposta ed affermata nella cultura del kōdan una forte componente femminile, rendendo così le donne le nuove protagoniste di questa realtà teatrale. Non a caso infatti, ospite e vera protagonista dell’evento è stata la maestra Kanda Riei della scuola Kanda, una delle maggiori declamatrici giapponesi, esponente di rilievo della corrente femminile del kōdan.

Di delicata bellezza, presentandosi con il tradizionale kimono, la maestra Kanda Riei si è esibita con due rappresentazioni della durata di 20 minuti ciascuna, dove ha mostrato le sue incredibili capacità interpretative, unendo abilmente il tradizionale carattere storico del kōdan con elementi umoristici che hanno divertito il pubblico presente. Sorprendenti i suoi repentini cambi di tonalità vocale: da una voce aggraziata e soave, la maestra Kanda Riei passava velocemente ad una voce più dura ed aggressiva, quasi paurosa. Prima di esibirsi, l’artista ha precisato che durante un’esibizione è fondamentale la connessione con il pubblico, che con le sue reazioni e sensazioni guida l’esibizione dell’artista disposta ad improvvisare pur di catturare l’attenzione. Particolari anche gli oggetti di scena, come l’ hariōgi, un bastone ricoperto di carta giapponese, realizzato personalmente da ogni declamatore, che viene utilizzato per scandire la durata della performance. L’ hariōgi è importante per un declamatore come lo è la spada per un samurai.

L’evento è stato coordinato dalla docente di lingue orientali nonché direttrice del dipartimento di Studi Orientali Matilde Mastrangelo, con l’intento di far conoscere ai propri studenti e non, attraverso la scoperta del kōdan, un altro dei tantissimi aspetti che rendono quella giapponese una cultura affascinante e ricca di meraviglie tutte da scoprire.

Intervista a Matilde Mastrangelo

      intervista rosario

Rosario Aprile

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