Chi è Pietro Porcinai? Perchè un eroe? «Pietro Porcinai è stato il più grande», dice Luigi Latini. L’inventore di una professione che nel Novecento ancora non esisteva, quella del giardiniere moderno.
Martedì 17 maggio, presso la facoltà di Architettura della Sapienza in piazza Borghese si è svolta la rasegna di chiusura di “Pietro Porcinai, il mestiere di un paesaggista nell’Italia del XX secolo”.
Dopo i saluti di Rita Biasi, presidente del corso di laurea, la quale ha ribadito che l’iniziativa è nata da una riflessione su un maestro con i suoi progetti e lavori lasciati alla nostra società e ha rappresentato stato un utile sguardo al futuro.
Ha preso parte all’evento Luigi Latini (architetto e paesaggista dello IUAV di Venezia) come ospite e anche organizzatore della quarta e ultima conferenza del ciclo “Oltre l’aula: finestra sul paesaggio”, quattro incontri nei quali autori e studiosi hanno proposte diverse chiavi di lettura e di interpretazione sulla salvaguardia, gestione e innovazione dei paesaggi.
Luigi Latini ha raccontato la storia di un personaggio forse troppo poco conosciuto. Si tratta di Pietro Porcinai, un vero e proprio protagonista nell’ambito dell’architettura, soprattutto quando si tratta di ambiente e paesaggio, ma sfortunatamente non era stato considerato importante e non era quindi ascoltato dalle persone attorno a lui, causate dalle sue diverse intuizioni anticorrente, in quella società dove prevaleva fare belle costruzioni facendo piazza pulita, non c’era nessuno disposto a dare valore nella progettazione di paesaggio.
Gia negli anni Cinquanta, Pietro Porcinai aveva intuito l’importanza di creare un progetto culturale del giardino italiano, aveva visto nel giardinaio un mestiere nobile e di qualità. Vedeva un possibile nesso tra fare giardino e fare lavori industriali: si tratta sempre di costruzione manifatturiera, in modo artigianale, che partono da un idea diventato progetto e dalla quale nesceva il prodotto finale.
L’importanza di valorizzare la progettazione di paesaggio consiste nell’intervento su pezzi di parti che fanno parte di un ambiente, con questa materia prima del verde che precede altre materie prime utilizzate nelle indutrie.
Luigi Latini ha espresso ammirazione per coraggio di andare contro corrente di Porcinai, che considera un vero eroe accompagnato dal desiderio di portare avanti questo mestiere tutto nuovo, di creare un ambiente paesaggistico capace di fornire un luogo piacevole per l’interazione fra le persone e fare del paesaggio una parte del Brand delle imprese e delle organizazioni.
Achille Maria Ippolito, coordinatore del dottorato, ha parlato dell’iniziativa come uno stimolo molto utile per introdurre il corso triennale agli studenti. “La finalità del dottorato si pongono in sincronia con l’art.6 della Convenzione auropea del paesaggio, che nel delineare le misure specifiche per la sua attuazione, pone al primo punto l’impegno ad un accrescere della sensibilità della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione; e al secondo punto la formazione ed educazione di specialisti nel settore della conoscenza e dell’intervento sui paesaggi.
Run Qian Mao
Intervista a Luigi Latini