Oggi, mercoledì 6 dicembre, è stata inaugurata la prima giornata della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria Più Libri più Liberi al Centro Congressi di Roma La Nuvola.
Le Fiere del libro come spazi per promuovere la cultura e le idee
Nell’incontro “Promozione del libro, cosa conta davvero? Giornali, TV, Web, Fiere… Destinazione Francoforte”, tenutosi all’interno dello Spazio RAI, la Presidente di Più Libri più Liberi Annamaria Malato ha definito le fiere dei libri e i festival culturali come “spazi per promuovere la pluralità culturale e stimolare le idee”.
In un mondo sempre più digitalizzato, dove la piccola e media editoria viene messa a dura prova dal cambiamento vorace dei consumi dei fruitori dei libri, è necessario studiare e modificare, qualora necessario, il modo di promuovere i prodotti librai. Più Libri più Liberi senza ombra di dubbio è l’unica Fiera nel contesto nazionale che pone i riflettori sull’editoria indipendente, dedicando un luogo non soltanto a libri d’autore ma anche a case editrici che si autofinanziano, le quali possono avere l’occasione di dialogare coi lettori e con un pubblico variegato.
Istat: i lettori italiani continuano a descrescere
Nel report Istat su La cultura e il tempo libero, citato anche durante l’evento dal giornalista Giorgio Zanchini, appare lampante come i lettori italiani sono principalmente appartenenti a due fasce: i giovani (tra gli 11 e 24 anni) e gli adulti, che rimangono più perseveranti dall’età di 45 anni in sù. Mentre per quanto concerne la distinzione di genere, le donne conquistano la categorie di lettrici più assidue.
La forbice dei lettori italiani dai primi anni 2000 fino allo scorso anno (2022) è rimasta pressoché invariata nell’andamento della frequenza della lettura di libri tra i vari tipi di lettori. Tuttavia, un dato significativo risiede nel costante aumento della polarizzazione tra i lettori italiani: i lettori forti (ossia coloro che sono abituati a leggere libri circa un libro al mese al di fuori dei contesti professionali o scolastici) hanno continuano negli anni, soprattutto dopo la pandemia, a leggere con maggior frequenza; mentre dal 2021 in poi i non lettori (ossia coloro che non riescono a ritagliarsi uno spazio per la lettura di un libro durante l’anno oltre a motivi strettamente scolastici o professionali) hanno continuato a leggere sempre di meno.
Per ribaltare questi risultati “è necessario farsi trovare sia nei canali fisici che in quelli digitali” ha affermato Zanchini, che da conduttore di old media (sia radio che televisione) ha analizzato il cambiamento negli anni del panorama editoriale. Infatti, sulla base della sua esperienza il giornalista ha sottolineato che in precedenza programmi come Domenica In, Che Tempo che Fá e Maurizio Costanzo Show riuscivano a incidere in maniera significativa nel successo che poteva avere un libro o meno, dedicando uno spazio all’autore e al libro stesso.
Attualmente gli spazi dedicati ai libri e agli autori rimane residuale al di fuori delle Fiere e dei Festival. Difatti, anche nei casi in cui “al di fuori dei programmi specifici”, come quello condotto dallo stesso Giorgio Zanchini come Quante Storie su RAI 3 o Fahrenheit su RAI Radio 3, “gli autori vengono chiamati nelle trasmissioni per parlare del proprio libro, in realtà si ritrovano a commentare l’attualità” e ad esprimere un parere in quanto intellettuali e scrittori su tematiche considerate socialmente rilevanti, ha sottolineato Zanchini.
Tuttavia, questo non significa che un prodotto diversamente pubblicizzato garantirebbe il raggiungimento di un grande pubblico o l’aumento delle vendite. Infatti, oltre ai luoghi dedicati ai libri è importante capire che insieme alla società sta cambiando anche il linguaggio, che verte ad essere sempre più emozionale ed emotivo. “La critica prima era distacca e giudicava in maniera fredda, adesso anche gli autori stessi chiedono di essere intervistati piuttosto che avere una recensione, perché l’intervista ti permette di aprirti e di creare quel legame sentimentale col pubblico“, ha affermato la giornalista Roberta Scorranese. Un ulteriore esempio è dato dai BookToker, che riescano ad arrivare ad un pubblico di giovani, utilizzando un linguaggio accessibile e puntando al sentiment e risaltare il lato più psicologico e introspettivo di un libro o di un autore.
Seppur si riconosca l’importanza della digitalizzazione e dello sviluppo tecnologico, l’audiolibro è visto come il mezzo che potrà portare al fallimento del mercato editoriale, poiché contrariamente agli e-book non apporta alcun beneficio all’editore e all’autore, ma “l’utente col pagamento di una cifra irrisoria in una sola piattaforma ha l’accesso illimitato a molteplici contenuti“, ha sottolineato la presidente Malato.
Nonostante un aumento di questo tipo di fruizione, ancora oggi senza dubbio “il libro è qualcosa che ancora viene scelto e che resta, anche se è cambiato il modo di acquisto”, ha continuato Malato. “Adesso il lettore medio ha una libreria digitale infinita perché è leggera e maggiormente accessibile, ma nel momento in cui c’è un libro che ci piace e che vogliamo tenere allora lo acquistiamo“.