La terza giornata di Più Libri Più Liberi, di venerdì 8 dicembre, è iniziata con una mattinata ricca di incontri su temi di genere. In contemporanea nelle varie sale del La Nuvola si sono affrontate le questioni di genere nella loro molteplicità e pluralità.
Tra questi, l’incontro Rivoluzioni Queer. Desiderio, corpi e contaminazioni di una comunità a venire è stato pensato proprio con l’obiettivo di creare uno spazio fluido di condivisione di idee per parlare d’identità, ponendo l’accento sulle alterità tramite la presentazione e il dialogo attorno a due libri: Queer Pandèmia di TWM Factory e Le rivoluzioni del desiderio di Fangando.
La rivoluzione Queer: il passo verso l’apertura all’alterità degli individui
Il tentativo di TWM Factory è proprio quello di” mescolare e restituire un’esperienza ibrida, mista di conoscenza di scambio“, ha affermato Lorenzo Sanchez. Difatti, sia in Queer Pandèmia che in Le rivoluzioni del desiderio l’obiettivo editoriale è quello di un testo collettivo e comunitario, in cui possano mescolarsi le varie voci, gli artisti e gli autori per contaminarsi, finendo perfino in Queer Pandèmia “a perdere il possesso della propria opera“.
In effetti, il possesso è una forma di potere tipica del sistema patriarcale ed etero-normativo, mentre la visione Queer e la derivante rivoluzione di lifestyles è proprio quella di liberarsi da qualsiasi forma di potere e costrizione e da qualsiasi categoria e categorizzazione.
“Fingere e negare di appartenere a un sistema patriarcale è mentire a se stessi. Per rimanere in tema, parlando del contesto artistico: di quali artisti si parla? Dei maschi bianchi etero” e a questi siamo anche portati a preferire e affezionarci, ha sottolineato l’editrice Caterina Di Paolo.
Per uscire da questi meccanismi dobbiamo riuscire a reimmaginare alcuni concetti fondanti della società come il concetto di Nazione. “l’Enciclopedia Treccani definisce la Nazione come il complesso delle persone che hanno comunanza di origine, lingua, storia, che di tale unità hanno coscienza anche indipendentemente dalla sua realizzazione in unità politica“, ha sottolinea Sanchez.
Dunque, per questa ragione la definizione stessa di Nazione, nonostante veniamo indottrinati nel concepirla come qualcosa di eterno e immutabile o qualcosa nella quale riconoscerci e identificarci, in realtà “è stata concepita in un momento storico in cui si era sgretolato il sistema di credenze. Infatti, le prime forme di nazionalismo e idee di nazione sono nate dalla comunità, e non si fa una questione di sangue o di passato glorioso”.
Dunque, il processo di automutilazione dell’identità che gli individui vivono può essere contrastato per Titti De Simone con l’inserimento anche del normativo all’interno dell’acronimo della comunità LGBTQIA+, inserendo la E di eterosessualità, “poiché escludere quella fetta di identità la rende automaticamente la norma, mentre il resto l’eccezione da proteggere“.
Tuttavia, è importante sottolineare che, per quanto il cambiamento non possa avvenire senza considerare anche i detentori del potere e del dominio normativo, va senza dubbio sottolineato che il termine queer coglie in sé tutte le diversità.