Martedì 9 febbraio, presso la Sala delle Lauree della Facoltà di Giurisprudenza, si è tenuto l’incontro “L’imputato della Galilea”, sulla figura di Ponzio Pilato.
Ospiti del dibattito Corrado Augias e Aldo Schiavone, i quali si sono soffermati sui loro due ultimi libri, rispettivamente Le ultime diciotto ore di Gesù e Ponzio Pilato. Un enigma tra storia e memoria. Il moderatore dell’incontro è stato il professor Oliviero Diliberto del dipartimento di Scienze giuridiche della Sapienza. L’evento si è aperto con la lettura da parte dell’attore Edoardo Siravo di due passaggi dei Vangeli di Matteo e Giovanni, a cui è seguita una serie di riflessioni di Augias e Schiavone. Il primo argomento trattato è stato l’attendibilità di Matteo e Giovanni come fonti. Corrado Augias ha sottolineto l’inaffidabilità storica di Matteo, evidenziando discrepanze tra gli usi del tempo e quanto descritto nel suo Vangelo in riferimento al processo che ha coinvolto Gesù e Pilato. Aldo Schiavone, invece, si è soffermato sulla labilità del confine che separa la finzione dalla storia nei Vangeli ufficiali. I due autori, imbeccati da Oliviero Diliberto, hanno, poi, riflettuto sui motivi per cui Ponzio Pilato ha ricevuto un trattamento peggiore dagli storici romani, che ne evidenziavano la mediocrità, rispetto a quelli cristiani, che in seguito ne hanno, invece, rivalutato la figura. Successivamente i due scrittori e il moderatore hanno analizzato un’altra figura, collaterale a quella di Pilato: quella di Giuda, teologicamente centrale. Infine, Augias e Schiavone si sono soffermati sulle ultime vicende della vita di Cristo e sul “patto” tra lui e Pilato, legato alla sua necessità di morire per far compiere il volere del Padre.
Valerio Giordano