Quello di oggi, 28 Novembre 2022, è un evento particolarmente importante: infatti, è il giorno della presentazione del nuovo dottorato in Cybersecurity, nato dalla collaborazione tra Sapienza e LUISS.
Sono presenti la Rettrice della Sapienza Antonella Polimeni, il Rettore della LUISS Andrea Principe, la vice presidente della LUISS Paola Severino, la direttrice del dipartimento di ingegna informatica Automatica e Gestionale (nella cui sede si tiene la presentazione) della Sapienza Tiziana Catarci, il coordinatore del dottorato di ricerca in Cybersecurity Leonardo Querzoni, il direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale Roberto Baldoni e, anche se connessa da remoto, la direttrice del Center for Education and Research in Information Assurance and Security della Purdue University Elisa Bertino.
È la Rettrice Polimeni a prendere la parola per prima, felice di poter annunciare questa collaborazione. Il settore della cybersicurezza infatti è negli anni in grande crescita essendo gli attacchi da parte di hacker sempre più frequenti; questo richiede un numero sempre maggiore di specialisti nel campo, che il dottorato mira a formare. Diversi erano già i progetti attivi per quel che riguarda la Sapienza, tra lauree e magistrali, in questo ambito, ma è essenziale cercare di colmare la distanza tra domanda ed offerta in questo campo.
Il dottorato va a completare l’offerta formativa del dipartimento, che ha l’obiettivo di formare giovani che possano diventare sia ricercatori che professionalità da inserire nel mondo del lavoro e del mercato; si tratta ormai di un’urgenza di questo paese, dove il numero di start up made in Italy in questo ambito è ancora troppo basso.
Una delle tematiche più importanti spesso riprese nel corso della conferenza è quella della multidisciplinarietà, perché è essenziale che una volta usciti gli specialisti del dottorato sappiano muoversi in ambiti differenti e siano in grado di avere uno sguardo d’insieme in grado di renderli delle eccellenze.
Il Rettore Principe esprime lo stesso entusiasmo per questo nuovo progetto, aperto anche al mondo reale attraverso transdisciplinarietà unita ad un continuo aggiornamento. C’è la volontà, infatti, di mettere insieme più discipline ed approcci per creare un pensiero nuovo, innovativo, e per questo è necessario articolare insieme più corsi. L’obiettivo dei laureandi deve essere quello di trovare un posto nel mondo accademico, ma anche attraverso questo percorso sarà per loro possibile affrontare senza problemi il mondo delle imprese. Da parte dei rettori di entrambe le università c’è un augurio di nuove possibilità e nuove collaborazioni.
La vice direttrice della LUISS Severino si sofferma, già dall’inizio del suo discorso, sull’importanza del raggiungimento di questo dottorato di ricerca: si tratta infatti del coronamento di un percorso molto più lungo, perché si era cominciato a parlare di corsi riguardanti la cybersecurity già quasi dieci anni fa, cercando di comprendere come coniugarne i vari aspetti. Si era già intuito come questo campo sarebbe diventato centrale per la sicurezza nazionale, ma fino a poco tempo fa era quasi utopico parlarne, essendo ancora poco trattato.
Si è ritenuto essenziale collaborare con la Sapienza per riuscire a creare una realtà ancora più completa, offrendo agli studenti una proposta formativa nel complesso eccellente. È prezioso quello che si sta facendo, per riuscire a tradurlo in giovani in grado di poter gestire e spiccare in un mercato così complesso. Il futuro della cybersecurity infatti nel complesso è nelle mani dei giovani, quindi investire sulla loro formazione diventa centrale per far acquisire loro tutte le abilità possibili.
Tutti sono orgogliosi di questo progetto, anche perché la sua realizzazione non era sconttaaa, soprattutto considerando la ricerca di qualità.
La professoressa Catarci, direttrice del dipartimento, sottolinea l’importanza dell’accordo e dell’impegno formativo anche precedenti a questo dottorato nell’ambito della cybersecurity, per riuscire a proporre già agli studenti degli anni precedenti lauree ed attività di ricerca in questo settore. L’idea di collaborare era già presente anche perché bisogna avere una maggiore apertura per risolvere i grandi problemi, ed è questo uno degli obiettivi fondamentali.
Come il coordinatore del dottorato Querzoni afferma, la figura del cybersecurity researcher è sempre più importante in tutta Europa, proprio perché in grado di trasportare la sua conoscenza dall’ambito della ricerca scientifica al mondo dell’industria. Da questo punto di vista, il programma deve ambire comunque a formare dei professionisti della ricerca pensando poi al modo in cui potranno entrare nel mondo del lavoro.
I docenti sono diciassette, appartenenti a ben nove settori differenti: questo è un aspetto essenziale, perché gli esperti non provengono solo dal mondo della tecnologia ma anche dell’economia applicata, della giurisprudenza e non solo, così da poter toccare tutti gli ambiti in cui ormai la cybersecurity può risultare essenziale.
In questo primo anno di attività gli studenti saranno dodici, ed è essenziale la parità di genere, infatti tra i selezionati sono presenti sei ragazze e sei ragazzi; sono supportati da nove borse di studio grazie all’impegno degli atenei, del dipartimento e del PNR. Rivolgendosi agli studenti, Querzoni sottolinea l’importanza di un grande impegno da parte loro per riuscire a sfruttare al meglio i tre anni del dottorato.