Martedì 10 maggio 2022 alle ore 11.00 presso l’aula T02 dell’Edificio Marco Polo si è tenuta la presentazione del libro di Alberto Bradanini dal titolo “Cina. L’irresistibile ascesa”. L’autore del libro è Laureato in Scienze Politiche all’Università La Sapienza di Roma, entra in carriera diplomatica nel 1975, dopo aver ricoperto diversi incarichi, dal 2008 al gennaio 2013 è Ambasciatore d’Italia in Iran, e da allora al maggio 2015 Ambasciatore d’Italia in Cina. È attualmente Presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea.
Il libro di cui trattava la presentazione è un libro denso, diviso in capitoli di cui il primo si apre con un approfondimento sull’eteropia per poi affrontare diversi temi come il significato del comunismo cinese e la visione di Mao, la Rivoluzione culturale, l’avvento di Deng Xiaoping fino ad arrivare al rapporto con gli Stati Uniti.
Durante l’incontro è intervenuto Federico Masini, direttore dell’istituto Confucio della Sapienza, il quale fa delle accurate considerazioni sul libro descrivendolo come una buona fonte di sapere se si vuole conoscere le dinamiche politiche e sociali della Cina perché raccontate da un uomo che vive in quel contesto culturale che a noi appare culturalmente molto distante ma che in realtà fa parte delle nostre vite. L’autore riesce quindi a collocare bene la Cina all’interno del contesto mondiale.
Il libro ha anche un altro merito, è arricchito da immagini di Andrea Cavazzuti, un fotografo italiano che nei prima anni Ottanta si recò in Cina per studio per poi innamorarsi follemente di quella nazione viaggiando in lungo e in largo per la Cina catturando momenti per niente banali.
Alberto Bradanini, l’autore del libro, prende la parola e va a specificare alcuni aspetti della Cina spiegando come essa sia una civiltà estranea alla nostra perché da sempre i contatti con l’occidente sono stati minimi tanto da dover aspettare la guerra dell’Oppio per vedere i primi avvicinamenti. Grande merito di questa nazione in via di sviluppo è che ha mostrato al mondo che si può crescere non seguendo le regole del mondo occidentale ma regole diverse, grazie a questo il terzo mondo sta iniziando a guardare da un’altra parte.