Martedì 26 gennaio, presso l’aula Odeion della Facoltà di Lettere e Filosofia, il Dipartimento di Scienze Documentarie, Linguistico-Filologiche e Geografiche e l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana hanno presentato il volume “Uomini e donne del Novecento. Fra cronaca e memorie”.
Il testo, a cura di Azzurra Aiello, Francesca Nemore e Maria Procino, raccoglie le relazioni presentate in occasione degli undici incontri organizzati tra il 2009 e il 2013 e dedicati al tema degli archivi di persona.
Ad aprire l’incontro è stato Stefano Asperti, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, seguito da Maria Guercio, Presidente dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, e Giovanni Paoloni, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni archivistici e librari. Tra i temi affrontati l’importanza di un’attività di formazione nel mondo della ricerca archivistica, la crescente necessità di un lavoro di archiviazione che faccia fronte alla fragilità delle memorie digitali e il ruolo dell’archivista in questa funzione di tutela.
Hanno poi preso la parola il professor Guido Melis e Stefano Vitali, Direttore dell’Istituto Centrale degli Archivi. Due interventi ricchi di suggestioni e spunti di riflessione. Oltre ai contenuti del volume, si è parlato della tradizione biografica italiana, più povera rispetto a quella di altri Paesi, come la Francia o l’Inghilterra, e del carattere a volte contraddittorio degli archivi personali. Melis ha evidenziato come l’archivio di Francesco Crispi, politico italiano del 1800, non sia stato disgregato e sia rimasto nello stato di fusione di pubblico e privato, di carte ministeriali e riflessioni personali. L’archivio personale è, dunque, un riflesso della psicologia del soggetto che lo raccoglie e produce, e pertanto l’archivista ha il compito di conservarne la logica, seppur decontestualizzandolo. Vitali, riprendendo il discorso internazionale, ha fornito interessanti indicazioni sul contesto canadese e su quello australiano, aggiungendo qualche riflessione agli spunti di Melis. In particolare ha sottolineato il ruolo degli archivi personali come strumento di narrazione del sé, come un’articolazione tra la dimensione personale e quella professionale.
L’intervento conclusivo è stato di Giovanni Solimine, Direttore del Dipartimento di Scienze Documentarie, Linguistico-Filologiche e Geografiche, il quale ha evidenziato due aspetti essenziali del volume e del ciclo di incontri che esso riassume: la convergenza tra approcci disciplinari differenti, e l’incrocio tra ricerca universitaria e società civile.
Valerio Giordano