Venerdì 9 giugno 2023, alle ore 16:00, nell’ambito del Progetto di Avvio alla Terza Missione: “Raccontami di te! Genere, intercultura e autonarrazione: percorsi identitari tra gli adolescenti dei CAG romani”, si è tenuto l’incontro “L’esperienza dei CAG come presidi di socialità e costruzione di sé per le nuove generazioni”.
Ma cos’è “Raccontami di te”?
Raccontami di te è un progetto che ha proposto di indagare i processi di costruzione identitaria delle giovani generazioni che frequentano i centri di aggregazione giovanile (CAG) della città di Roma. Tale progetto è stato finanziato da Sapienza Università di Roma e si pone all’interno della cornice della Terza Missione in cui la partnership tra accademia e Terzo Settore e la “valorizzazione della ricerca e la produzione dei beni pubblici, in favore della società, ai fini del cambiamento del contesto di riferimento” acquistano un ruolo molto importante, e mira quindi anche alla costruzione di relazioni e collaborazioni tra l’istituzione universitaria e la società civile.
L’obiettivo è quello di promuovere un confronto sui processi di costruzione di identità di adolescenti che frequentano i CAG di Roma; inoltre vogliono supportare i ragazzi nello sviluppo di una maggiore consapevolezza della dimensione soggettiva e intersoggettiva della propria identità, riflettendo sul ruolo che genere e interculturalità giocano nella costruzione del sé e degli altri. Riflessioni sull’importanza di sostenere processi di costruzione e identità fondati sul dialogo, sull’ascolto e sul confronto ed inoltre promuovere interventi socio educativi.
Questo come? Attraverso un percorso laboratoriale di sei incontri durante i quali, chi ha partecipato, è stato stimolato a raccontare se stesso attraverso la creazione di storie sulla base di un confronto della percezione del sé e dell’altro da sé. Considerando queste storie come una grande momento di riflessione e dibattito, creando così un fil rouge tra i collaboratori.
Alla base di Raccontami di te c’è un confronto sulla percezione dell’essere, ponendo il genere come carattere identitario formulato dai riferimenti culturali, legati al contesto di provenienza quindi familiare, geografico, religioso ma anche d’elezione. Un luogo che può essere famiglia o casa per chi non si sente a pieno rappresentato. Qui non importa chi ti piaccia, da dove tu provenga o di che colore abbia la pelle, ma l’unicità dell’essere in quanto persona. Un progetto che lotta tanto per difendere le identità, poiché forse si sta perdendo di vista quella collettiva, frammentandola.
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