In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comune di Roma, con il supporto di Zètema Progetto Cultura, presenta “Come rami intrecciati”, un progetto fotografico realizzato dai detenuti della Terza Casa Circondariale di Rebibbia.
L’iniziativa nasce grazie a Scatto Libero, associazione culturale di Roma che mette a disposizione il mezzo fotografico a coloro che non hanno l’opportunità di utilizzarlo. I detenuti possono così esprimersi scattando foto all’interno degli spazi comuni del carcere, sfruttando la macchina per raccontarsi e raggiungere la sensibilità dello spettatore.
Il tema trattato, di grande attualità, è purtroppo molto discusso ma ancora troppo presente: l’abuso fisico e sessuale è un problema che colpisce oltre il 35% delle donne in tutto il mondo, e ad infliggere la violenza, nel 30% dei casi, è un partner intimo.
Nasce così l’idea di comunicare il fenomeno tramite le fotografie, immagini reali e tangibili che esprimono un dolore che troppo spesso non ha voce, e se cel’ha, non trova le parole giuste. Le figure, di grande impatto, restituiscono all’osservatore ciò che viene catturato dalla macchina: volti di rabbia, tristezza, scoraggiamento, ma anche voglia di riscatto. Per questo motivo, alcuni ragazzi hanno espresso la possibilità di una via d’uscita, una speranza concreta alla quale si lega il titolo dell’iniziativa: “Come rami intrecciati”, intersecati e stretti tra loro proprio come in un abbraccio, mani che si uniscono, rappresentanti di forza e di solidarietà.
I detenuti della Terza Casa hanno consegnato gli scatti, che sono stati successivamente selezionati e post prodotti. L’importanza del progetto e il raggio d’azione si deve anche e soprattutto al contesto nel quale vengono scattate le fotografie: il punto di vista dei detenuti offre spunti di riflessione sull’ambiente nel quale vivono e sul loro modo di vedere le realtà che ci circondano. Questo crea una carica di energia singolare.
Il progetto fotografico sarà inaugurato e presentato alla Casa della Memoria e della Storia di Roma, e rimarrà esposto dal 25 al 29 novembre 2019, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle 20.00 .