Ma il cielo è sempre è più blu sul Museo di Roma in Trastevere dove, fino al 28 aprile 2024, è allestita la mostra “Rino Gaetano”, dedicata all’indimenticabile cantautore calabrese, scomparso proprio quarant’anni fa.
Fiorivano, sfiorivano le viole, cantava Rino Gaetano nel 1976, alternando nei suoi testi l’impegno civile, il grido di protesta e la ballata romantica, una sintesi, potremmo dire, dell’intera sua produzione. Il testo di questa canzone, scritto macchina, originale con tanto di cancellature, è esposto, nel percorso della mostra, insieme ad altre pagine sue, pagine della musica italiana. Canzoni, strumenti, raccolte di dischi ma anche oggetti personali, abiti di scena, cappelli (ne possedeva una collezione), documenti, foto, cimeli di ogni tipo (dalla carta d’identità all’abilitazione come elettricista), molti di questi resi disponibili dalla sorella Anna.
Dimmi che libro leggi e ti dirò chi sei. Lo stesso vale per la musica che ascoltiamo. È interessante dare uno sguardo agli scaffali e leggere i titoli dei libri che lo interessavano, i vinili e le cassette che aveva comprato o ricevuto. Altrettanto, ascoltare e vedere le testimonianze di personaggi del mondo della musica e dello spettacolo che l’hanno conosciuto professionalmente e amichevolmente. L’allestimento, a piano terra del museo, ripercorre la vita, le opere, il mito che persiste nel tempo, arrivando alle nuove generazioni che si riuniscono tutt’oggi nel giorno di commemorazione dell’artista, un evento musicale giunto ormai alla XIII edizione.
“I testi dei suoi brani non vanno presi come racconti realistici, ma bisogna viverli come fossero immagini sorprendenti, idee, suggestioni, poesie che alimentano le due anime della sua ispirazione: quella anarchica e chiassosa e quella poetica e struggente, con momenti di felice fusione espressiva e di divertito abbandono” si legge dal comunicato stampa della mostra.
Fonti:
https://www.museodiromaintrastevere.it/it/mostra-evento/rino-gaetano