Il Marocco torna a far parlare di sé, finalmente riesce a riacquistare il suo posto all’interno dell’Unione Africana. A distanza di trentatré anni dall’uscita del Marocco dall’Unione Africana oggi si realizza un grande passo per la collaborazione dei paesi del vecchio continente. Al 28° Summit dell’Organizzazione tenutosi ad Addis-Abeba, 39 Stati membri su 54 hanno votato a favore del ritorno del Re del Marocco. Le lacrime di gioia di Mohammed VI sono il risultato di anni di offensive diplomatiche, politiche di cooperazione e negoziati con paesi limitrofi che hanno finalmente coronato il traguardo del Marocco: un continente più unito e aperto al dialogo. Il Marocco oggi è ufficialmente il 55° membro dell’organizzazione panafricana.
Qualche anno fa…
Era il 12 novembre del 1984 per il 20° Summit ad Addis-Abeba, tutti i membri dell’allora Organizzazione dell’Unità Africana (OUA) erano riuniti per discutere dei temi principali per l’unione e per alcuni progetti a lungo termine, quando la delegazione marocchina decide di interrompere i rapporti con l’Organizzazione leggendo l’ultima lettera rivolta a tutti i membri e all’istituzione:
«Ecco che con dispiacere è arrivata l’ora di separarci. Sperando in giorni più saggi, noi vi diciamo addio e vi auguriamo buona fortuna con i vostri nuovi membri»
L’allora Re Hassan II rifiuta qualsiasi dialogo con l’appena formata Repubblica Araba Sahrawi Democratica (RASD), riconoscendo il Sahara occidentale come parte del Marocco e rifiuta la decisione dei membri dell’ OUA di riconoscere il Sahara come stato indipendente (circa venti paesi non riconoscono la Repubblica Araba Sahrawi Democratica).
Diverse sono le politiche attuate dall’amir al mu’minin (letteralmente principe dei credenti, rivolto al Re del Marocco) riguardo l’annessione del Sahara con il Marocco come la guerra delle sabbie (luglio-novembre 1963) o la marcia verde (verde come il colore dell’islam), una manifestazione strategica per costringere la Spagna ad abbandonare il Sahara Occidentale. Si tratta di una manifestazione pacifica dove il Re chiese la collaborazione di tutti i sudditi e in 350 mila arrivarono fino a Tarfaya (sud-ovest del Marocco al confine con il Sahara), con il Corano in mano e la bandiera marocchina riuscirono ad ottenere pacificamente il ritiro delle truppe spagnole dal territorio africano. Di lì a poco sarebbe nato il Polisario.
Il Fronte Polisario nasce come movimento sostenuto dall’Algeria per rivendicare il diritto di autodeterminazione e di ottenere indipendenza dal Marocco e dalla Mauritania che, cercando di collaborare per la spartizione del Sahara, ha attuato una serie di strategie militari per reprimere la formazione dello Stato indipendente. Il 27 febbraio del 1976 il Polisario proclama ufficialmente la Repubblica Democratica Araba del Sahraui riconosciuta da 76 stati nel mondo.
Progetti per il futuro
Reintegrare il Marocco gioverà sicuramente a molti membri dell’Unione Africana in quanto strategicamente importante per politiche di cooperazione come per esempio con la Nigeria, per l’accordo riguardante la costruzione del gasdotto Atlantico per trasportare il gas dei paesi produttori verso l’Europa o come la realizzazione dei progetti a lungo termine riguardanti la sostenibilità ambientale (l’ultima conferenza mondiale sul clima tenutosi a Marrakech), in cui è stata lanciata “l’iniziativa della tripla A”. “A”deguamento, “A”gricoltura, “A”fricana, come risposta concreta ai nuovi cambiamenti climatici e per un processo di innovazione che punta verso uno sviluppo più sostenibile. Inoltre il Marocco è stato l’unico a
garantire le linee aeree della compagnia di bandiera RAM (Royal air Maroc) a sostegno dei paesi africani colpiti dal virus Ebola.
Il ritorno del Marocco
“È bello il giorno in cui si rientra a casa, dopo un’assenza troppo lunga! È bello il giorno in cui si porta il proprio cuore all’amato focolare! L’Africa è il mio Continente, la mia casa. Finalmente rientro a casa mia, e vi ritrovo con gioia. Mi siete mancati tutti”.
Queste le parole di apertura del discorso del Re Mohammed VI che si emoziona nell’apprendere la decisione dei membri del Unione Africana dove un’assenza di trentatré anni è stata sostituita da grande gioia e fiducia in una nuova collaborazione. “Questo ritorno può portare valore all’azione dell’organizzazione continentale” ha affermato il Presidente del Parlamento panafricano, Roger Nkodo Dang e di come sia importante per tutti i paesi membri dell’Africa stabilire relazioni solide per poter risolvere al meglio le questioni africane. Nella speranza quindi che questo possa essere l’inizio per ristabilire legami interrotti o risolvere controversie tra i paesi membri.
Sara Abouabdillah