Si è conclusa domenica la XXI edizione del Romics, Festival del fumetto e dell’animazione ospitato presso i padiglioni della nuova Fiera di Roma. L’esposizione era organizzata in 5 padiglioni differenti dedicati ognuno a una specifica sezione: i fumetti, i film, l’area per i grandi convegni e le rappresentazioni, lo spazio dedicato ai giochi da tavolo e infine quello dei laboratori.
Anche quest’anno migliaia i visitatori di tutte le età e di tutti i tipi accorsi da Roma, e non solo, per addentrarsi nell’affascinante intreccio tra letteratura e animazione, ma anche e soprattutto tra oriente e occidente.
Sì, perchè il Romics, così come altre manifestazioni di questo tipo, ospitate da diverse città italiane – come non citare il Lucca Comics and Games e il Comicon di Napoli – non sono solamente l’occasione di comprarsi proprio quel numero di quel fumetto che mancava alla collezione, ma è soprattutto una grandissima e validissima possibilità di incontrare mondi nuovi, che magari spesso si disprezzano o si sottovalutano.
Oltre ai numerosissimi ospiti, tra cui alcuni importanti nomi del mondo del disegno, dei manga giapponesi e, soprattutto, tantissimi youtubers molto seguiti dai più giovani, Romics ha organizzato molti laboratori con lo scopo di far toccare con mano l’esperienza della fumettistica sin dalla sua creazione.
Per capire lo spirito del Romics è sufficiente guardarsi intorno e, ancora meglio, affacciarsi da una delle terrazze all’interno dei padiglioni: lo spettacolo che appare agli occhi è un brulicare di persone, colori, personaggi di qualsiasi tipo, da epoche diverse e da mondi sempre differenti: Disney, Marvel, Star Wars, Star Trek, sono solo alcune delle realtà da cui prendere spunto.
Quella del cosplay è una vera e propria arte a cui gli appassionati si dedicano anche sin da moltissimo tempo prima della manifestazione e, probabilmente, non lo fanno soltanto per partecipare poi al contest, ma principalmente per regalare a se stessi e agli altri un sorriso e la possibilità per un attimo o per qualche giorno di sentirsi fuori dalla realtà di tutti i giorni.
Visitando il Romics, si incontrano intere famiglie, gruppi di amici, persone da sole o in coppia; non è per forza necessario essere dei grandi appassionati perché comunque è piacevole respirare quell’atmosfera di festa e percepire un qualcosa che accomuna tutti.
Vista l’enorme affluenza alla manifestazione, l’unico aspetto forse da migliorare è quello dei trasporti. In edizioni passate erano state organizzate corse dei treni e spostamenti in autobus ad hoc per raggiungere il centro fiere. Quest’anno ognuno ha dovuto arrangiarsi un po’ come poteva, ma resta comunque il fatto che Romics è il festival di tutti e per tutti, senza esclusione.
Ludovica Mora