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“I segreti di Alien. Gnosi, orrore cosmico, scienza e IA nella saga degli xenomorfi” di Riberi e Genta

Nell’attesa di Romulus, il nuovo capitolo della saga di Alien, scopriamo assieme a Paolo Riberi e Giancarlo Genta tutti i significati nascosti e i riferimenti di uno dei capisaldi della cinematografia sci-fi, con la loro ultima pubblicazione: “I segreti di Alien. Gnosi, orrore cosmico, scienza e IA nella saga degli xenomorfi”.

Nato dalla geniale sceneggiatura di Dan O’Bannon e Ron Shusett e dagli incubi dell’artista svizzero Hans Ruedi Giger, nel 1979 Alien consacrò il talento di un giovanissimo Ridley Scott. Ripercorrendo l’intera storia del ciclo di Alien, il volume ne esplora i retroscena, scrutando a ritroso nelle influenze e nelle fonti che hanno dato vita al terrificante e affascinante universo abitato dallo Xenomorfo: dai vangeli gnostici all’orrore cosmico di H.P. Lovecraft, dal femminino sacro ai viaggi interstellari e all’intelligenza artificiale, passando per l’alchimia, le scoperte di Darwin e la terraformazione. Tra religione, storia, politica, scienza e tecnologia, una guida indispensabile per addentrarsi fin negli angoli più remoti della galassia, ma da sfogliare con cautela perché “nello spazio nessuno può sentirti urlare”.

Paolo Riberi, laureato in Filologia e letterature dell’antichità e in Economia presso l’Università degli Studi di Torino. Funzionario pubblico, collaboratore giornalistico, studioso di storia antica e letteratura delle origini cristiane, è anche membro della Società Italiana di Storia delle Religioni (SISR). È autore di vari saggi dedicati al mondo dei vangeli apocrifi e alla simbologia nel cinema contemporaneo. Per Mimesis ha pubblicato: Abraxas: la magia del tamburo (con I. Caputo, 2021) e I segreti di Dune (con G. Genta, 2024).

Giancarlo Genta, professore emerito di Costruzione di macchine presso il Politecnico di Torino, membro dell’Accademia delle Scienze di Torino e dell’Accademia Internazionale di Astronautica. È autore di numerosi testi di formazione, di articoli e di volumi sull’esplorazione spaziale e il programma Search for Extra-Terrestrial Intelligence (SETI). È inoltre autore di sei romanzi di fantascienza tradotti anche in inglese. Per Mimesis ha pubblicato I segreti di Dune (con P. Riberi, 2024).

“Tanto per Lovecraft quanto per Alien, l’approdo finale non può che consistere nel cosiddetto nichilismo: se Dio non esiste – e non esiste neppure un ordine razionale dell’universo – allora nulla ha davvero senso, e l’unica certezza diventa il Nulla supremo: la vita stessa è una temporanea anomalia frutto del caso, che dal Nulla nasce, e al Nulla ritorna.

Non c’è più spazio per alcuna legge, sia essa di natura morale, giuridica o fisico-scientifica. Siamo di fronte a una prospettiva assurda e desolante, che si colloca in aperto contrasto con i fondamenti stessi dell’universo fantascientifico di Alien: per viaggiare nello spazio, utilizzare l’ipersonno, terraformare pianeti e costruire androidi l’umanità fa affidamento su leggi fisiche che ritiene universalmente valide, così come ha fatto anche la specie degli Ingegneri che la ha preceduta. Eppure, se Dio non esiste e vi è soltanto il Nulla, non c’è alcuna garanzia sul fatto che queste leggi siano davvero valide, e non possano stravolgersi o venir meno all’improvviso in qualche angolo inesplorato della galassia!”

“L’intera saga risulta dominata da una forte ambiguità di fondo: gli Xenomorfi e gli Ingegneri minacciano a più riprese l’esistenza stessa del genere umano, ma la civiltà terrestre non è mai soltanto una vittima, bensì piuttosto un ‘carnefice mancato’ che sogna di schiavizzare e sottomettere entrambe le specie e trasformarle in una risorsa, o, come direbbe il filosofo esistenzialista Martin Heidegger, un fondo a disposizione, da accumulare e utilizzare a piacere. A suo dire, la colpa primordiale dell’umanità consiste nel tentativo di asservire la natura – che si tratti delle falde acquifere o dei giacimenti petroliferi, del carbone o degli Xenomorfi – per dar vita al Gestell, ossia un impianto tecnico opprimente e soffocante in cui l’uomo stesso finisce per essere alienato.”

“Nell’universo di Alien, l’esplorazione e la colonizzazione dello spazio sono completamente delegati alle imprese private, e in particolare alla Weyland-Yutani Corporation: secondo la cronologia ufficiale della saga, il fenomeno ha preso il via già nei primi decenni del nostro secolo, quasi in contemporanea con l’epoca attuale. Ma si tratta di pura fantasia, o esiste qualche fondamento nel mondo reale? (…)

Lo slogan aziendale della compagnia Weyland-Yutani è making better worlds, ovvero creare mondi migliori. Non si tratta di una semplice figura retorica: in Aliens: Scontro Finale scopriamo che la compagnia ha effettivamente terraformato la luna LV-246 per insediarvi la colonia di Hadley’s Hope, proprio come, ai tempi di Alien: Covenant, già si stava accingendo a fare con il pianeta Origae-6, prima che la spedizione facesse scalo sul Pianeta Quattro e sparisse per sempre dai radar”